Silvia
VENUTI
Silvia Venuti è nata a Varese nel 1946 e vive a Cadrezzate con Osmate (Varese). Ha pubblicato le raccolte di poesia: Allieva della vita (Edizioni del Leone, 1999, presentazione di S. Raffo), Le parole necessarie (Edizioni del Leone, 2002, presentazione di P. Ruffilli), Nelle ragioni della vita (Edizioni del Leone, 2005, presentazione di G. Barberi Squarotti), Oltre il quotidiano (Moretti&Vitali, 2009, nota di G.Pontiggia e postfazione di G. Barberi Squarotti, Premio Mirella Cultura Pontedilegno), La visione assorta (Interlinea, 2012, nota di T. Kemeny, Premio Valentino-Sogni a occhi aperti e Premio Camposampiero), Sulla soglia della trasparenza (Interlinea, 2016, introduzione di P.Viotto, Premio Voci-Città di Abano Terme e Premio Camaiore), Contemplazioni (Moretti&Vitali, 2020, postfazione di C. Mezzasalma, Premio Etruria). Ha inoltre pubblicato alcune plaquettes: con le Edizioni del PulcinoElefante, Nel Labirinto (2002), Cielo e terra (2006), Il senso della vita (2016) e, con Lodetti Editore, Siamo stati foglie (2016). È anche pittrice: ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera e il suo percorso artistico, introdotto da R. Bossaglia e G. Barberi Squarotti, è presente nel volume d’Arte e Poesia I giardini dell’anima (Mondadori, 2007), e in La sacralità naturale (Eupalino, 2008).
POESIE
da ALLIEVA DELLA VITA
La voce interiore
è voce di chiamata
non ha suono sensibile
non ha parole intelligibili
non ha autorità esteriore
è un avvertibile
intenso legame
con l’infinito
che diventa ‘proprio’.
Vivere è
ancora porsi domande
col cuore.
Il Passo
oltre la paura,
quello della compiutezza,
quello oltre l’io.
Quanti tentativi
su quel Passo!
A quelli brevi a corto raggio,
a quelli svelti,
ai sincronizzati
o telecomandati
ho preferito l’ immobilità.
da LE PAROLE NECESSARIE
Al passaggio di un’anima
Dio ha tremato
con le Sue candele
nella cappella buia.
Non sapremo mai
il segreto del cuore
che mosse passi ,parole
che negò, affermò, isolò
memorie, ombre, illusioni;
non sapremo mai
chi nascose il capo
o chi affrontò,
il racconto d’altri
——a malapena inteso
sempre falserà
l’intima storia.
Eravamo giovani
senza saperlo,
carichi del peso delle attese,
l’anima dalla privazione segnata
più che dal possesso.
Nel trascorrere poi
una nostalgia sempre più acuta
per non aver saputo vivere.
Non è stato facile
——prendere il battello,
——vederlo staccarsi dalla riva,
——e l’onda farsi bianca:
——parte di me così morire
——ed io partire,
——con emozione leggera di scoperta
——a nuova educazione.
da NELLE RAGIONI DELLA VITA
Mi hanno lasciata qui,
forse dimenticata,
gli angeli.
Stupita,
incerta sul da farsi,
smarrita ma non perduta,
mi guardo attorno
e aspetto
qualcuno
si rifaccia vivo.
Sto in piedi
sto in equilibrio
e senza mentire
riesco anche a muovermi
senza cadere
basta pensi:
“So farlo.”
Ogni volta così.
Si coagulano alberi
a cicatrizzare il cielo
di nebbia oppresso:
lì, in quel cuore di rami
sale il dolore a preghiera.
Scusatemi
se sono poco informata
sul resto:
correvo negli anni a capire la vita
senza stacchi o paga,
assolvendo l’umiltà dei doveri.
Volevo stare in trincea,
dare notizie di prima mano.
da I GIARDINI DELL’ANIMA
Chi non ha provato
gli strapiombi del sentire,
quando la mente è divisa
in coscienza multipla
e qualsiasi azione è assurda,
solo paradossale segno di presenza?
da LA SACRALITÀ NATURALE
Aveva il giardino lo splendore e la pace
di un caro volto dalle memorie segnato
e di tale intatta forza
da essere possesso solo dell’anima.
Gli orti sono giardini selvaggi,
le aromatiche e le verdure
vi stanno in trionfo sparso,
disordinato, sregolato,
ma come orchidee in parchi regali.
L’umiltà li onora
e la loro naturale semplicità
commuove quanto un infante.
da OLTRE IL QUOTIDIANO
La neve scese a cambiare il mondo.
L’anima si meravigliò
per la dolce invadenza
e lasciò spazio al candore.
E quando cessò
sembrava fosse venuto meno
un sogno,
sotto i passi.
Con quel misto di verità e falsità,
d’onestà e inganno,
che abita ogni vita
dobbiamo sempre fare i conti.
Come una lacerazione,
una perpetua accoglienza d’imperfetto
nel nostro, invece, bisogno d’assoluto.
Si comunica
al limite del proprio confine
attenti a non esporsi troppo.
Ma l’anima aspira
a ben altra libertà.
Così si fatica a controllare
il disagio ma s’affina,
nell’esercizio del vivere,
la percezione sottile
dell’assonanza.
Accade poi, inaspettato,
il consenso,
la spirituale condivisione
di un pane quotidiano.
da LA VISIONE ASSORTA
La verità è vento fresco al viso,
sguardi curiosi e quelle ombre lunghe
dietro i piccioni sul lastricato.
Guardo la luce più delle cose.
Guardo quell’attimo di verità
entro l’usura del consueto.
Tutto è allora in un tempo eterno
e la bellezza come una morsa.
Ciò che si ama
è già il nostro destino.
E’ quel soffio d’anima segnata
che sfugge al caos informe
d’ogni inizio.
In sospeso silenzio
la calma dell’attesa
solo del manifesto.
Nell’infinitudine del tempo
la luce attraversa l’acqua,
denuncia il suo andare,
ombra e luce stanno in braccio
allo spazio che tace.
Ancora è concesso stare.
da SULLA SOGLIA DELLA TRASPARENZA
Ha la voce del mattino
questo sole di speranza,
sugli alberi, sul prato
è intenso d’avvenire.
La gioia corre sul prato,
tutto di vita s’illumina,
la Bellezza non ha paura
del mondo.
La distanza tra la propria fisicità
e ciò che sta fuori, il reale,
è con gli occhi della mente
incolmabile.
Il senso della vita è sfidare
un destino segnato
e liberare
il seme divino
dell’angelo in noi.
Siamo soglia
tra finito e infinito,
visibile e invisibile,
sveliamo Bellezza,
riscattiamo dolore,
a illimitate altezze,
ove misteriose abitano
le leggi universali.
E la contemplazione
è già ringraziamento.
Nel mio sguardo
si specchia la Bellezza,
la conoscenza del Divino.
Stavano appoggiate le canne
con cautela sull’acqua,
con cautela i gabbiani,
con cautela la neve sui monti.
Tutto era delicato e lieve
come i vapori bassi all’orizzonte.
Le onde specchiavano il loro moto
sul fondo con ritmo luminoso
e un silenzio quieto era puro nell’aria.
Così in quel ragazzo
che arrivava in bicicletta
mi parve venirmi incontro
il primo amore.
Si prova e riprova
per sciogliere quel nodo
della vita che ci esclude
da felice pienezza.
Intanto si vive davvero,
dando il meglio di sé.
da CONTEMPLAZIONI
C’era come una festa nell’aria
per quello straripare di luce
sulle foglie e sull’acqua.
Una tenerezza lieta accompagna
ora il declinare del sole.
Il solco da me tracciato è lieve
avrei voluto fosse profondo
fino a toccare le radici
degli alberi più antichi.
Oh lago calmo e lento d’acque
nel silenzio della sera.
In attesa c’è chi sosta
e mira senza impaccio.
S’attarda? sogna? ricorda?
Oh lago di tutti!
Questa pietosa natura
parla a chi l’ascolta.
Contemplare
la trasparenza
di una foglia
o la luce della pioggia
che cade
è ritrovare il coraggio
di vivere
e ancora d’amare.
Piove bisbigliando questa sera
e mi muove una delicata tenerezza
per le foglie e il prato.
All’orizzonte rossa langue una ferita
e nel buio cielo e nella buia terra
risuona, canta questa mia acquerugiola
mite e leggera.
E la Luce porta un sapere d’Infinito
nell’abbagliante fulgore dell’acqua
vibrante a mezzo del lago.
E’ Verità sopra le cose,
raccoglie l’essenza,
libera l’anima tutta.
E’riflesso del Sole alto
che non puoi mirare.
Se cerchi te stesso, lo trovi qui,
sulla riva del Tempo,
quando la Natura si rivela immortale.
Smarriti e soli a volte ci si sente
nel cuore dell’esistere
ma l’amore donato e ricevuto,
gli Angeli i Santi le care Anime ascese
fanno comprendere con segreti segni
come si sia nel giusto,
nel vero cammino spirituale.