Edoardo Sanguineti è nato a Genova nel 1930. Professore di letteratura italiana nelle università di Torino, Salerno e Genova, è stato deputato dal 1979 al 1983. Esponente della neoavanguardia, fu tra i 5 poeti presenti nell'antologia curata da Alfredo Giuliani I novissimi (1961) e tra i fondatori del Gruppo 63. Risalgono a questo periodo le poesie di Laborintus (1956), Erotopaegnia (1960), Purgatorio de l'Inferno (1963), T.A.T. (1968), i romanzi Capriccio italiano (1963), Il giuoco dell'oca (1967), Il giuoco del Satyricon (1970) e gli scritti critici Tra liberty e crepuscolarismo (1961); Ideologia e linguaggio (1965); Guido Gozzano. Indagini e letture (1966) e l'antologia Poesia del Novecento (1969). Ha pubblicato successivamente le raccolte di versi Wirrwarr (1974); Postkarten (1978); Stracciafoglio (1980); Alfabeto apocalittico (1984); Bisbidis (1987); Senza titolo (1992); Quattro baiku (1995); Sulphitarie (199)9; Omaggio a Goethe (2003); Mikrokosmos (2004) e come studioso i saggi Interpretazione di Malebolge (1961), la monografia Alberto Moravia (1962), Il realismo di Dante (1966), La missione del critico (1987), Dante reazionario (1992), Il chierico organico (2000). È autore di testi teatrali e di libretti musicati da Luciano Berio. È scomparso a Genova nel 2010.
Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Edoardo_Sanguineti
Treccani http://www.treccani.it/enciclopedia/edoardo-sanguineti/
POESIE
I
composte
terre in strutturali complessioni sono Palus Putredinis
riposa
tenue Ellie e tu mio corpo tu infatti tenue Ellie eri il mio corpo
immaginoso
quasi conclusione di una estatica dialettica spirituale
-
noi che riceviamo la qualità dai tempi
5
tu e tu mio spazioso corpo,
di
flogisto che ti alzi e ti materializzi nell' idea del
nuoto
sistematica
costruzione in ferro filamentoso lamentoso
lacuna
lievitata in compagnia di una tenace tematica
composta
terra delle distensioni dialogiche insistenze intemperanti
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le condizioni esterne è evidente esistono realmente queste
condizioni
esistevano
prima di noi ed esisteranno dopo di noi qui è il
dibattimento
liberazioni
frequenza e forza e agitazione potenziata e altro
aliquotlineae
desiderantur
dove
dormi cuore ritagliato
5
e incollato e illustrato con documentazioni viscerali dove
soprattutto
vedete
igienicamente nell'acqua antifermentativa ma fissati adesso
quelli
i nani extratemporali i nani insomma o Ellie
nell'
aria inquinata
in
un costante cratere anatomico ellittico
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perché ulteriormente diremo che non possono crescere
tu
sempre la mia natura e rasserenata tu canzone metodologica
periferica
introspezione dell'introversione forza centrifuga delimitata
Ellie
tenue corpo di peccaminose escrescenze
che
possiamo roteare
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e rivolgere e odorare e adorare nel tempo
desiderantur
(essi)
analizzatori
e analizzatrici desiderantur (essi) personaggi anche
ed
erotici e sofisticati
desiderantur
desiderantur
Afferra
questo mercurio
afferra
questo mercurio, questa fredda gengiva, questo miele,
questa
sfera di vetro arido;
misura attentamente la testa del nostro
bambino
e non torcere adesso il suo piede impercettibile:
nel
tuo capezzolo devi ormai convertire
un
prolungato continente di lampade,
il fiato ossessivo dei
giardini
critici,
le pigre balene del ventre, le ortiche
e
il vino, e la nausea e la ruggine;
perché
ogni strada subito
vorrà
corrergli incontro, un'ernia ombelicale incidere
il
suo profilo di fumo, qualche ippopotamo donargli
i
suoi denti di forfora e di fosforo nero:
evita
il vento,
i
luoghi affollati, i giocolieri, gli insetti;
e
a sei mesi egli potrà raddoppiare il suo peso, vedere
l'oca,
stringere
la vestaglia, assistere alla caduta dei gravi;
strappalo
dunque alla sua vita di alghe e di globuli, di piccoli nodi,
di
indecisi lobi:
il
suo gemito conquisterà le tue liquide ferite
e
i suoi occhi di obliquo burro correggeranno questi secoli senza nome!
Purgatorio dell’Inferno
I
ti
attende il filo spinato, la vespa, la vipera, il nichel
bianco
e lucente che non si ossida all'aria
ti
attende Pitagora
5
che
disse che delle cose è sostanza il numero e tu prendi del polipo
gli
otto tentacoli guarniti di ventose e An die Hoffnung perché questo,
questo lo prendono (essi)
lo
prendono perché lo trovano
10
osserva Iside· e i costumi abruzzesi, le medaglie per la campagna di
Cina del 1901, la maschera di Peppe Nappa
la
città di Cannstadt
che
fu incorporata nella città di Stuttgart nel 1905
e
conoscerai la confindustria 5 e la svastica, 6 il 13 maggio e il 24
gennaio
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lo spillo di sicurezza che non sa pungere, il lecco lecco e lo
Spirito Santo
e
tu prendi il gliconio e la glicerina e Hans Pfeiffer che nacque a
Kassel nel 1907, perché questo, questo lo prendono
(essi),
lo prendono perché lo trovano
perché
lo trovano a lavorare
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perché questa è, Federico, la Descrittione del Gran Paese: è la
targa
automobilistica
della provincia di Foggia (FG)
è
la nave di linea a vapore
1870,
è il babbuino, è il bisonte
e
tu prendi gli urodeli e il ministro
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Pella, la méthode des tractions rythmées de la langue (due
à
Laborde),·
il Petrus amat multum dominam Bertam
perché
questo,
questo
lo prendono (essi), lo prendono perché lo trovano, perché
lo
trovano a lavorare (...)
30
et anderà in pregione.
17
cosi, qui (a Cerisy); (così dicevano): abbiamo, noi, un cinese;
(e
il cinese ero io, naturalmente);
35
e
sull'autostrada spiegavo, anche,
il
contraccolpo sopra l'operazione letteraria, radicalmente, immediato
(e
così
via); e si diceva dell'opportunismo trionfante, anche (e qu~ndo
dissi, poi,
riformismo,
infatti, volevo proprio dire opportunismo, invece);
perché
la posizione cinese (dissi) giustifica ogni speranza (e che non sia
questione
40
di élite operaia, insomma, ma della fine della preistoria, davvero,
e così via);
e
a mia moglie dicevo della quantità di infelicità, intanto (della
qualità; e così via); .
e
volevo dire: giustifica anche noi; e anche i figli;
e
volevo dire: giustifica il momento dell'utopia (ma davvero, ma per
noi, anche,
45
ma qui, adesso): questo momento (giustifica); e volevo dire: per
sempre;
(ma
nel night, a Palermo, li ho sentiti davvero, io, che dicevano:
perché
vivi,
tu? e dicevano: come ti giustifichi?
50
dicevano: ma ti giustifichi, tu?);
ma
adesso, vedi: ma adesso, quale stanchezza? e quale (in questa nostra
preistoria)., quale tranquillità?
ma
vedi il fango che ci sta alle spalle,
e
il sole in mezzo agli alberi, e i bambini che dormono:
55
i bambini
che
sognano (che parlano, sognando); (ma i bambini, li vedi, così
inquieti);
(dormendo,
i bambini); (sognando, adesso):·
Siamo tutti politici (e animali)
siamo
tutti politici (e animali)
premesso
questo, posso dirti che
odio
i politici odiosi: (e ti risparmio anche soltanto un parco abbozzo di
catalogo
esemplificativo
e ragionato):
(puoi sceglierti da te cognomi e nomi, e sparare
nel mucchio):
(e sceglierti i perché, caso per caso)
ma,
per semplificare,
ti
aggiungo che, se è vero che, per me (come dico e ridico) è politica
tutto,
a
questo mondo, non è poi tutto, invece, la politica: (e questo mi
definisce,
sempre
per me, i politici odiosi, e il mio perché:
amo,
così, quella grande politica
che
è viva nei gesti della vita quotidiana, nelle parole quotidiane
(come ciao, pane, fica, grazie mille):
(come quelle che ti
trovi graffite dentro i cessi,
spraiate
sopra i muri, tra uno slogan e un altro, abbasso, viva):
(e poi,
lo so che non si dice,
ma, alla fine, mi sono odiosi e uomini e
animali):
Ballata
delle donne
Quando
ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno
portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le
figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci
il maschio, ci penso la noia.
Quando ci penso, che il tempo è
venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita,
ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina
penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non
piace.
Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il
giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di
donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa,
che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a
dormire.
Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra
che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita
ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore
ci sente,
la lunga notte che divento niente.
Femmina penso, se
penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.