La Poesia italiana del Novecento - The italian Poetry of the 20th century

Laura Pierdicchi


 

Laura Pierdicchi è nata a Venezia e vive a Mestre. Ha pubblicato i volumi di poesia: A noi che siamo - Lalli 1979; Neumi - Rebellato 1983; Mai più lieve - Edizioni di S. Marco 1986; Dal gesto d'inizio - Fonèma 1989; Versi ripresi- Editrice Universitaria Venezia 1991; Aria d'altro colore - Fonèma 1992; Altalena - Fonèma 1994; Momenti diversi - Edizioni del Leone 1999; Bianca era la stanza – Editrice Carpinetum 2002; Il tempo diviso – Cierre Grafica 2008; Intrecci – Quaderni letterari IL CROCO di Pomezia Notizie, febbraio 2010; Voci tra le pieghe dei passi – Edizioni del Leone 2013. Un libro di racconti: “Il segno dei giorni” Matteo Editore 2004. E’ inserita nell’antologia tradotta in lingua romena Echi d’acqua, curata da Stefan Damian, e in quella tradotta in lingua spagnola VenezianaMente, curata da Nadia Consolani Quiñones. Alcune sue poesie sono state tradotte in tedesco e presentate dal Prof. Helmut Meter al Musil Archiv di Klagenfurt, in occasione del cinquantenario della morte di Musil, e pubblicate in I nascosti colori della vita. Alcune riviste straniere, come le spagnole Caleta, Por Ejemplo, Puente chico, Revistatlántica, e la rumena Steaua, hanno dedicato servizi sulla sua poetica, con pubblicazione di alcune poesie.

  

Kb1laura@alice.it

Literary.it    http://www.literary.it/autori/dati/pierdicchi_laura/laura_pierdicchi.html

***

 

Non sapevo - non ero ancora

e neppure pronta - ma c'ero

sentivo - ed era ebbrezza

(per l'aria d'altro colore

per l'abitudine senza valore

per la magia di contatti

per l'astratto inizio =big-bang=).

 

 

Ti plasmavo i contorni

con pupille sgranate

intrecciando mute promesse.

 

 

(Il giardino troppo grande

saturo di resina e muschio

attorno a noi e noi

senza più peso e forma

a migrare in altre galassie.)

 

 

Ora che l'illusione

ha spento ogni luce

l'oscuro è in me senza profumi -

ti dico la fatica di ricominciare

vestita di apparenza

spogliata di giovinezza.

 

 

L' ultima sera ti ho portata alla fonte

per bagnare con acqua il tuo pianto.

Se non piangevo era lo stesso dolore.

 

 

(Questa stanza troppo grande

satura di quiete e convinzioni

ci raccoglie e noi

ognuno in sé e per sé

a rinnovare l'evento.)

 

 

 

 

 

***

 

 

Quel momento. Noi. La panchina.

Quel momento. Noi. La panchina.

 

Quella sera. Le tue calde ginocchia.

Quella sera. Il tuo peso leggero.

 

Noi. Astrazione.

Noi. Astrazione.

 

 

 

 

Sepolto ogni concetto.

Smarrito il significato.

 

Quel momento. E più niente.

Quel momento. E mai più.

 

 

 

 

Da Aria d’altro colore – “Duetti” - Fonèma Ed. 1992

 

 

 

 

 

 

 

***

 

 

in piedi di sera nell'autobus

fisso il finestrino -

mi fissa l'ombra che si rispecchia

 

ecco l'inganno

 

qui il mio corpo reale

fuori lo stesso corpo d'aria

 

è così - sarà così

che il nostro tutto diverrà luce

 

questi assieme - tanto presenti -

anch'essi ombra e luce

 

i profili all'esterno

prospettano già un altro spazio

 

 

 

***

 

 

 

qui si respira lentamente - oramai

l’aria greve di particelle atomiche

assieme ai nuovi virus parassiti

scavano la carne fino all’osso

così alla morte non resta che il cuore

 

 

 

 

 

 

***

 

mi spoglio di parole

le poso sul tuo corpo nudo

abito di pensiero

per volare insieme

 

io ti dico poesia

ti porto oltre

 

senti com'è diversa ogni cosa?

 

il tempo senza limiti

non esiste paura

l'emozione è fremito puro

 

mi tolgo il vestito - poso

il mio corpo vuoto sul tuo

e andiamo...

 

 

 

***

 

è stato così breve

così intenso

che uscita dal corpo

mi guardavo muovere

fili impazziti

 

una mia parte immobile

l'altra verso un miraggio

un paradiso promesso - toccato

e svanito al tatto

 

 

***

 

osservo questa notte di dicembre

 

nel silenzio della morte apparente

niente si muove - ognuno vaga

nel mistero del sonno

 

il mio respiro

si disperde nell’aria

e ritorna freddo nelle vene

 

 

 

Da Momenti diversi Edizioni del Leone 1999

 

 

La scena si delinea in nitidi profili

sotto un sole rovente - avido

a risucchiare ogni ombra

a prosciugare ogni umidore

 

e senza ombra ogni cosa rivela

l’essenza statica. L’inanimato

regna indisturbato - tanto

 

che il pensiero si arrende

non adempie al suo corso

non stuzzica neppure

il soffio del creare – né immagina

un’improvvisa mutazione.

 

 

 

Nel nuovo sistema costituito

la realtà si condensa in fitto spazio

il disordine coinvolge molti stupori

gli entusiasmi battono alle tempie.

La coscienza si perde

nella fatica di svolgere un tragitto

che parallelo assecondi la finzione

o quella parte d’ombra

che trasforma il sogno – mentre tutto

si concentra in uno stato

di continuo disagio e il respiro

lieve della terra s’interrompe

quasi in singhiozzo.

 

 

Difficile arrendersi al tempo

che scava spazio per cellule morte

quando il respiro cerca ancora rugiada –

il battito ha il suono di una grancassa.

 

 

Il movimento si dirama in atti

gli atti producono situazioni

dal variabile equilibrio – diversa percezione -

il tutto concatenato da un’invisibile forza

che vincola gli umori. In punta di piedi

i burattini sull’invisibile filo

mentre il disegno in continua evoluzione

realizza innumerevoli forme

dal valore sconosciuto.

Durante il tempo con occhio minuzioso

ho seguito e raccolto ogni dettaglio

per capire i movimenti - il flusso del reale

la complessità dei giochi e interscambi –

ho osservato e registrato il trasformarsi

nel succedersi degli eventi – nelle infinite

probabilità di variazioni – nella pluralità

del possibile e del voluto. Ho sviluppato

a poco a poco una vista astrale – ho toccato

l’impalpabile nel variegato mondo delle cose.

L’acqua intanto riduceva il calore

del battito troppo acceso e tra le mani

a volte solo briciole di pietra. Ho imparato

a leggere il ritmo del fluire nell’infinito

intrigo del sistema – ma dall’inizio

a tutt’ora balbetto di fronte allo sgorgare

del mistero - alla fuga delle ombre

al clamore delle loro danze scatenate.

 

Certi momenti segnano

una scintilla oltre la carne.

 

 

 

Da Il tempo diviso Cierre Grafica 2008