Susanna
Piano è
nata nel 1963 ai piedi delle Alpi. Si è laureata a Torino in Lingue e
Letterature straniere moderne e contemporanee con una tesi sulla poesia
postmoderna dello statunitense John Berryman ed ha vissuto in diverse
città nordeuropee.
Le sue raccolte di poesia: „Canti
Affranti“ (Edizioni del Leone, 1995), „Come
formiche in un guscio di noce“ (Edizioni
del Leone, 2005), „Poesie per le ore del
giorno“ (Torino Poesia, 2010), „Maternalia“ (Aragno, 2013). Appare in
numerose
antologie tra le quali „Infanzie“ (Salvatore Sciascia Editore,
2001, a
cura di Ferdinando Albertazzi).
Tra le sue attività scientifiche in campo letterario si ricordano il
convegno
curato per le Biblioteche Civiche Torinesi con lo scrittore Carlo Villa
ed il ciclo
di incontri su Anna Maria Ortese. Vive a Torino.
POESIE
FOCOLARE
Il lavello di cucina
stilla gocce di
monotonia
guardo fuori dalla
finestrina
mi grattugio un
dito di poesia
infilo nel
forno la teglia
la testa non
posso – da sveglia -
sorrido alle
patate sbucciate
qualcuno ride
di televisionate.
Ma dov'è, dov'è
più il focolare?
E dov'è, dov'è
più la mia metrica?
Caricatura e
monumento del poetare
stanco angelo
della cucina elettrica.
MICCIA
Esplodono le
parole
quando non
vogliono
starsene sole.
Ma la miccia
chi l'ha
innescata?
Ho visto passare
la Poesia
ma si è
defilata.
POESIA NASCOSTA
Sotto il
lavello si è nascosta
non vuole
uscire e non si sposta
ha detto che
attende l'esplosione
di pentole,
fornelli e televisione.
E' notte ormai,
ora puoi uscire
siediti accanto
a me
so che hai cose
da dire.
*
Sospingendo i
miei piedi
tutta la mattina
un fruscio di
petali
un silenzio
alato
un impalpabile
segreto
vellutato
sospingendo i
miei piedi
privi di
direzione
verso una meta
ignota ma certa.
*
Non aderisce
all'universo
la fissità
delle cose
incessante esso
si trasforma
sacrificio
perenne
di spine e rose
Si avviluppa
dentro
al respiro
della vita
cerchio
argenteo e spento
dell'anima
immobile
movimento.
*
Silenzio di
braci.
Nel cielo
sepolto di
stelle
batte il mio
cuore.
Tu taci.
*
Mai uguale a
come
il giorno prima
la lasciamo:
il merlo nel
nido
l'indomani vola.
Così il cuore.
Ieri era di
pietra,
oggi di legno.
Lo incendia
la più piccola
fiammella.
Sarà buono da
ardere
sul braciere
del sacrificio.
Alta farà la
fiamma
e netta
e pulita.
Così verrà
rischiarato
ciò che resta
del cammino.
CHANSON DU CIEL
INTERIEUR
Si è rovesciato
il cielo
dentro questo
bicchiere
e a guardarlo
sprofondo.
E' un abisso,
un gorgo
o una specie di
amore?
Rovesciato
dentro agli occhi
di quelli che
amano
forse è un
cielo interiore.
*
L'armonia ci
incanta
è puro
sortilegio
ala d'angelo
distrattamente
lasciata
trapelare
l'armonia è il
cielo
che ci è celato.
Si tiene
insieme la vita
in disarmonia
perfetta.
*
S'alza il sole
e illumina la
mente:
sono stanca
di vedere
ciecamente.
Questo corpo
è la stanza
dove l'anima
danza.
*
Errando
ancora un po'
tra questi
boschi
lasciando i
suoi capelli
impigliarsi
alle cose
al gioco del
vento
concendendosi
il tempo
per annusare le
rose.
*
Lentamente si
muove
sul profilo
dell'alba
e da lontano è
così nitida
che si può
farne un ritaglio
e incollarla su
un foglio
lucente profezia
di ogni cammino
che non
riusciamo a capire
non conosce vie
tracciate
nè strade
sicure.
Sola e errante.
Basta a se
stessa
la sua figura
camminante.
*
Ancora verrà
quando ci avevi
rinunciato
su quel tuo
"basta"
ricamerà fiori
e sull'asfalto
bollente
carezze
solleverà
dal nulla
come sempre
dirò
che è la sola
cosa
che ci manca.
Da
"Poesie per le ore del giorno" 2010
FRONDE
Aver amato è
poca cosa:
non bagna i
fiori
il pianto
estinto.
Ben altro è
amare:
sentir frusciar
le fronde
contro il buio
e nulla sapere
se non la
nostra inconsistenza.
CRUNA
Quel sottile
dolore
che passava in
una cruna
e scivolava
sulla punta
dello spillo
quel
dolore(....)?
il cuore
oltrepassava
fino a toccar
la croce.
NOTTE TERMINALE
– REPARTO K
Stanotte è una
notte
che inghiotte
le stelle
e le sputa
lontano
che si mangia
la luna e la vita
dentro un palmo
di mano
che ti lacera
e strappa la
pelle
di un dolore
ribelle
ma domani
chiedo per te
il vento ed il sole
che ti tinga
d'azzurro i capelli
che ti porti
profumo di viole
che tu senta
respiro e speranza
di una nuova
altra vita
che il cielo a
guardarlo ti dica
- non c'è morte
infinita -
Stanotte che
notte
le sue stelle
le inghiotte.
ANGELI
Angeli
splendidi di luce
il tuo viso
riluce
mentre un
bagliore si cuce
si scuce il
dolore
e ritorna la
luce.
*
Le nuvole
il cuore
m'espandono
quando grigie
sulle cime
degli alberi s'alzano
perpendicolare
sta
la mia anima
oltre la cortina
degli sguardi
alberi sospirano
di
esperienze
ventose
gigli come spade
in
giornate
piovose
tu
garofano rosso
sulla neve
(i fiori
mi fanno sentire
la pesantezza
dei polmoni)
VIAGGIO
Assaporando il
ritorno
da un viaggio
in fondo a un
bicchiere
mi chiedevo
quanti
chilometri
fosse lungo un
abbraccio.
ORTENSIE
Tonde e
rosee sotto la pioggia
dondolano le
ortensie,
dal vento
sferzate s'aprono
il capo
piegando e le corolle.
Un po' di dolore
è anche mio che
non conosco
quest'arrendevolezza.
CENERE
Sbriciolarsi
delle ossa
raggrinzire
della pelle
rinsecchirsi
della carne
frantumarsi
lacerarsi
poi sparire
sì lo so,
del mio sangue
raggrumato
del mio corpo
macerato
poi finito
sì lo so,
come brezza
inconsistente
rimarrà sotto
il vestito
solo un vento
di parole
con la smania
d'infinito.