La Poesia italiana del Novecento - The italian Poetry of the 20th century

Linda Mavian




Linda Mavian è nata nel 1951 da famiglia di origine armena a Venezia, dove vive. Si è laureata in Storia dell’Arte Contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Ca’ Foscari e si è perfezionata in Storia dell’Arte presso l’Università di Padova. Ha pubblicato di poesia: Dattiloscritto d’acqua ( Edizioni del Leone, 1994, prefazione di F. Zambon), Città leggera (Marsilio, 1999), Aliante del mattino (con immagini di G. Sartorelli, LietoColle, 2008), Dove la città diviene cielo (Poesie di Linda Mavian. Immagini di Guido Sartorelli, prefazione di T. Toniato, Supernova, 2011), I rimanenti mari ( prefazione di T. Toniato, Campanotto Editore, 2014). Nel novembre 2016 è stata presentata a Stoccarda la composizione “Flashback”, del maestro Claudio Ambrosini, per flauto, soprano, violoncello, testo di Linda Mavian. È tradotta in spagnolo, francese, armeno, cinese e inserita in raccolte antologiche italiane e straniere. Tra i contributi inerenti ai beni culturali e al paesaggio si segnalano: Catalogo dei periodici delle biblioteche di Venezia, (Regione del Veneto, 1984), Atlante dei centri storici del Veneto. Provincia di Padova (Regione del Veneto, Italia Nostra, 1988), Archeologia industriale nel Veneto (Regione del Veneto, Silvana editoriale, Amilcare Pizzi Editore, 1990); Ruolo della mitologia nella percezione della natura e nell’organizzazione delle sue risorse. Luoghi mitici o illustri (in Paesaggio mediterraneo, Electa, 1992), Interventi di restauro architettonico nella Venezia dell’Ottocento: il Fondo archivistico Prefettura dell’Adriatico (in Università di Venezia, Quaderno di Venezia Arti, Viella, 1990), Ville venete: bibliografia (IRVV, Marsilio, 2001), I parchi del Veneto. La tutela e la gestione del paesaggio (Regione del Veneto, 2003), Le ville venete e il filo di Arianna della fortuna critica. Atti del Convegno di Studi Palazzi e dimore storiche in età barocca (in “Arte Lombarda” , n. 143 - 2005/1;n. 144 - 2005/2), Architettura e Urbanistica, in G. Distefano, Atlante storico di Venezia, Supernova, 2007), Il sistema delle fortificazioni dei litorali (a cura di G. Caniato, L. Mavian, I. Operti, Regione del Veneto, 2012); The experience of Venetia on the historic cultural identity of the territory, The Spatial dimension of human rights: for a new culture of the territory. Proceedings, Council of Europe, 2009. La méthaphore de l’hypertexte et la perception des paysages contemporains. Actes, Council of Europe, 2006.


E-mail    lindamavian@alice.it

 
 

Da Dattiloscritto d’acqua

messaggi non recapitati

si scrive si cancella

la pagina rimane bianca

le parole navigano sul tavolo

fuse con la gomma grigia

in un nuovo diverso amalgama

di sillabe e pensieri

dispersi

in sintonia

con polvere di

onde radio non ascoltate


fragile convinzione

ho guardato a lungo il cielo

per questo penso di avere gli occhi azzurri



Da Città leggera

detto diversamente

la luce tagliente si dissolve rapida in una

pozzanghera di dolcezza

senso di pace

era vuoto fra le parentesi tonde

quello spazio quel tempo sono confluiti

in margini più ampi

in galassie dai bordi fluorescenti

a cui una sarta forse cuce un vestito spagnolo


inatteso

dopo lunga clausura

di nuovo il vento

leggermente

mi concede il suo perdono


con provviste minime

noi viaggiatori di paesaggi

veloci come un battito di ciglia

di colonne sonore private di nenie locali

di canti modulati su accordi ancestrali

in fotogrammi d'ombra di

radici strappate subliminali




Da Aliante del mattino

ero solo imbastita

aria pura

la notizia mi venne riferita

mio dolce miele

dove andrò colerò come clessidra

era una rete che non tenevi fra le dita

oh mio perduto jack di cuori

colerò in un giardino all’italiana

in profumo di ghiaia

in un letto di fiori


Pass key


please insert coin


pass key pass key passe-partout tout tout cela

passé present passeport ces choses vont comme ça

ce qui ce passe ce pas ces pas

je ne sais pas pourquoi

plaisir d’amour ne dure que un moment”

passé present plaisir peine

please insert your card and don’t

and don’t break your chain


please insert coin


pass key pass key passe-partout tout tout cela

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ce qui ce passe ce pas ces pas

je ne sais pas pourquoi

plaisir d’amour ne dure que un moment”

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ce qui ce passe ce pas ces pas

je ne sais pas pourquoi

plaisir d’amour ne dure que un moment”

passé present plaisir peine

please insert your card and don’t and don’t

and don’t break your chain


please insert coin





due volte noi pensavamo al sole

c’era qualcosa in comune

il colore di fondo

due giorni splendenti sperduti

un simbolo per traversare il ruscello

senza le valigie smarrite

non si possono richiedere

alla vita dell’hotel precedente






un sogno mi cola come acqua su corteccia

di foresta pluviale

come pioggia su vetro trasversale

fuori cadono le foglie lentamente

in un souvenir di vetro rotondo

intrecciare i miei vestiti

di foglie di capanna

in un verde enclave

di infanzia ancestrale

lungo fiumi

assimilare il vento sull’ultimo ponte della nave

tutta questa pioggia sul fondo della canoa

vorrei uscire ora


tutta questa pioggia mi

mi confonde a un passato remoto

a qualcosa ora chiusa

come ambienti di casa

di prospettive da cambiare

ma sono abitacoli ventricoli di cuore

è la mia casula capanna mantello

forse ho solo quello

è intrinseco a tessuto interno

è bagnato da marea di mare

e tutto questo neon non è di luce eguale

mi ricordo un letto in cui dormivo

un sogno che facevo

se questo significa esistere o resistere

non è per me molto diverso




transfert


linee parallele

prospettiva di viali di periferia

en train de

transiberiana capelli di steppa

la casa ha il pavimento

in terra battuta in terra beata

è fuori luogo intransitiva

scala invisibile di incertezza

rettangolo di finestra cosa rara

cosa fai

i quadrati gialli delle finestre stabili

sugli Urali

tu puoi pensa

nuvola è un gomitolo

sulla spiaggia una sciarpa

di vento mi avvolge il collo

decido di avere freddo


Da Dove la città diviene cielo


regalarti fragole

nutrirti di acqua e di vento

avere ancora giorni tempo


ride silenziosa

non devo risolvere tutto

anch’io sorrido allora



bagliore arancione

molto tenue però

quasi un pallore

poi mi trovai nel tuo spazio ti curai

le tue giornate splendevano

in un cesto di bastoncini di shanghai

nel disadorno giardino della scuola

queste sono le usanze dei paesi interiori

così si intreccia un nastro ai capelli

ci si siede di fronte


verde

la emme è più presente

la enne è già trasparente

votata a trascolorare

in lontananza

ad annullarsi in enne di niente



dall’inglese


confondo parola e mondo



se io avessi detto

bello dolce radioso”

le parole che conoscevo



la mia casa era di rami e di foglie

si vedeva il cielo

il sonno dei raccoglitori

leggero



era un calmo pomeriggio e il suo lucore

restava sospeso sulle rotte della casa d’acqua

senza ormeggio e motore

sul prato millenario e il suo torpore

dormo sul bagaglio a mano

nella sala di transito di aeroporti uguali

insieme agli altri

li ricordo tutti li ho dimenticati

assonnata senza difese felice di tornare

Da I rimanenti mari



tutto il campo sarà rilevato

così potremo parlarci sempre

le colture torneranno selvatiche

non potremo farci niente



alcuni a conclusione del giorno

sceglievano un cielo arancione

imprimevano un sussurro sulla pista di registrazione

una promessa disarmante anche con un altro nome



forse mi dedicherai qualche giorno

della tua eternità

non servirà il dono dell'ubiquità

per dialogare insieme

sarà un dolce mattino infinito

un piccolo ritorno

senza folla o freddo intorno

saremo in una stanza d'aeroporto

mi dirai cos'era scritto nel diario di bordo



nella foto un maglioncino

a punto riso

molto grazioso

rimasto non so dove

la casa nel frattempo ha cambiato destino

i suoi cassetti si sono smaterializzati in una banca dati

in un mito di fondazione

cd rom bohémien fase di sonno rem




trasferire sogni

senza diritti d'autore



avevo immaginato

oltre le finestre un piccolo mare

calmo come uno stagno

di luce verticale

tra le alture d'erba

in cui mi potevo bagnare



verso tutte le mie terre ferme

le mie isole sorridenti

il mio amore a frammenti