Fabia
BALDI

Fabia Baldi è nata a Piombino (LI) nel 1958 e vive a Roma. I suoi libri di poesia: Grande si fa il silenzio (Cursi), Passo doppio (Lepisma), Come un ‘ala di rondine (Il Convivio), La tenda dell’attesa (edizione bilingue italo-romena, Cosmopoli). È critico letterario (“Nuova Antologia”, “Italianistica”, “Il Convivio”, “Cultura e Prospettive”, “Letteratura e Pensiero”, ecc.). Tra i riconoscimenti: Primo Premio “L’arte in versi” (2018), Primo Premio “Pietro Carrera” con diritto alla pubblicazione (2019), Premio “Elogio della Poesia” (2019), Premio “Antonio Borgese” (2023) con diritto alla pubblicazione, Premio “Angelo Manuali” (2024) con diritto alla pubblicazione. Sue le monografie: Edizione critica de Le Veglie di Neri (Giardini), I cento sonetti in vernacolo pisano di R. Fucini (Lepisma, prefazione di G. Barberi Squarotti, Premio Rhegium Julii), L’altrove nella poetica di Corrado Calabrò (Aracne, 2019), Corrado Calabrò, un moderno wanderer tra mare e stelle (Il Convivio, 2023), La ricerca della felicità: il mondo come seduzione nella poetica di Corrado Calabrò (Genesi, 2024). Membro di Giuria di premi letterari, collaboratore del CEPELL del MIBACT, Ambasciatore per la Lettura. Presente a Più libri più liberi di Roma dal 2019 al 2024 e al Salone Internazionale del libro di Torino 2021 al 2024

baldifabia@gmail.com

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POESIE

Alianti
Mi svelerà il tuo desiderio
sotto l’occhio impudìco della luna.

Planiamo
come sfiniti alianti
sulla grande terrazza

Alba
E io ti risponderò con l’intermittenza
del battito di un cuore innamorato
Finché il buio
si farà luce,
sciogliendosi quest’amara notte
sotto le pennellate rosate
dell’alba che sicura avanza

Il geranio
E vedrai fiorire il geranio su una strada vuota
dove gridi di rondini inconsapevoli
annunciano la primavera.
Strana primavera
vista come da una lente
e non vissuta
nel suo garrulo abbraccio.
Dentro questi strani giorni sospesi
tra malinconia e tradimento
abito una bolla di sapone

Il sospiro del lago
S’appanna il lago
d’un sospiro
come uno specchio al fiato
esile d’un sussurro.

Abbiamo attraversato più volte quel sospiro…
come in apnea…
per farlo durare più a lungo
di quanto noi stessi
potessimo resistere
attaccati,
spasimando,
a un sogno

Il paese a cui appartengo
.
Sei tu il paese a cui appartengo.
Tu i tetti dorati dall’alba
che svegliano il mio sguardo
di primo mattino
e il raggio ambrato
che accoglie il mio
commiato dal giorno
laggiù…. incontro al mare.
Non voglio altre mura
che il rifugio delle tue braccia
né finestre cui affacciarmi
se non l’ingresso dei tuoi occhi
che mi conduce dritto al cuore.

Tu il mio panorama
e le mie radici.

Senza di te sono solo
un’esule perduta

Come un’ala di rondine
Il tuo sguardo richiama
Polle sorgive
A occhieggiare
Nell’arido presente.
Luna che non tramonta
allo sbiancare della notte,
che incanta il mio cielo
con il lucore di un’ostia.
Lascio il sole alle mie spalle
Incatenata a una visione
…………………………………..
Come l’onda docile
Sollevo il mio respiro
Al richiamo di te
Non il sole
Rimpiango
Ma il caldo abbraccio
Dei tuoi occhi
Che mi rapiva nell’azzurro
Come un’ala di rondine

Cometa
Ora che piano
trascolora la mia vita
lentamente mi faccio cometa
incastonata in un cielo scuro
cui forse, per sbaglio,
qualche sera rivolgerai lo sguardo.

Confini
Solco la battigia
in un perpetuo divenire.
Striscia di confine che
non è terra e non è mare,
non è approdo né partenza.

Come la vita
è tutte le sfumature dell’esistere
e tutte le illusioni che offre.
In attesa di un veliero
o di una tenda da nomade

Il lampo della sterlizia
E veleggia leggera
questa primavera indecisa.
Timida s’affaccia
su sguardi increduli
e vite semichiuse.
D’un tratto ci
cattura
il lampo della sterlizia
nel breve volgere
di uno sguardo distratto
come aquilone in volo

Downtown.
Tra il senso di disagio del presente
E la vaga blandizie del passato
Cerco dentro di me
Un nodo che si sciolga
Che mi porti finalmente
Come un signore compunto
Nerovestito
Il conto da pagare.
Ecco, ora vedo chiaramente
Tra le voci elencate
Quel tuo sguardo di rimpianto
Al Downtown
Di fronte al mio rifiuto.
Sbatteva le ali
Come un passero prigioniero
In una scatola di vetro
La mia inerme vendetta
Tra lucciole di sguardi
Dentro il cubo di cristallo del Downtown.

Ancora non sapevo
La dolcezza della resa

Funambolo
Passeri appesi a un filo
I miei pensieri
Al primo fremito
Dispersi nell’azzurro.

Grava il vuoto nell’anima
Con passi di funambolo

Amore
Amore
Che guidi i miei pensieri
Che tieni il mio cuore tra le dita.

Amore
Tenace guardiano dei miei giorni
Che affiochi l’altrove
Alla tua luce.

Amore
Che ti mostri nei suoi occhi,
che muovi la mia bocca
al suo sorriso

Notturno
Come serico abbraccio
Si scioglie dalla riva il mare
E mostra il suo lucore impudico
Al bagliore ammiccante
Della luna

Meridiana
Tu
Che gonfi le vele a nuovi slanci
Allunghi sguardi oltre il vissuto
Incarni la voglia di poesia.

Tu
Unico segno
Sulla mia meridiana

Passi di fanciullo.
Vola il mio cuore
Nei tuoi passi ridenti di fanciullo.
Ruba i miei sguardi
Il verde tenue dei tuoi occhi
E lascia qui dentro
Una sorprendente leggerezza

La tenda del nomade
La luce del mattino
Il silenzio della sera.
A incantare le ore
Sta la mia attesa
Stesa sull’inganno del giorno
Come la tenda di un nomade
Che vive di miraggi

Amore fanciullo
Più ti penso meno ti amo
Confusa la mente in sillogismi
Dove sbattono in apnea
Asfittiche urgenze del cuore.

Non condurmi
Su sentieri adamantini
Dove potrebbe ferirsi
Quest’amore sbadato
E un po’fanciullo.

Tienimi solo stretta alla roccia
Del tuo petto
Dove vane s’infrangono domande
……………………………………
Come se ancora il domani

San Gimignano
Non dirmi dove il mare precipita
oltre la linea confinaria dell’orizzonte,
smorfia indispettita
alla beffarda malìa d’infinito.
Senza tempo sono i tuoi occhi
E le pieghe del tuo collo
Così tiepide ai miei baci
Ricordano la morbidezza di pietra
Delle colline senesi.
Ne sento l’incanto
Nello svolgersi sinuoso
Di un nastro di cipressi,
pennellate di verde
nel cielo già roso dal tramonto.

Ti sento,
come a San Gimignano,
all’alba di noi

Rose di giugno
Il cielo è un’ala grigiastra
Sospesa in assenza di vento.
Plana l’ansia di te
Come tenera foglia illusa di volo.

Ah, la dolorosa dolcezza
Delle rose di giugno,
gravide del peso
dell’estate incombente

Naufraga
Amore
Che sfiori la pelle
Di brividi amari,
che schiudi la mia tenerezza
a un tepore di piume, che accechi la mia notte.
Stella intermittente
Per cui ho perduto la rotta
Al novilunio.
Mostrami alfine
La fine del tuo sorriso incantatore
Gorgo senza uscita
Alla mia zattera di naufraga

POESIE IN INGLESE

*
And you will see the geranium bloom on an empty street
Where the cries of unaware swallows announce spring.
A strange spring, seen through a lens, not lived in its garrulous embrace.
Within these strange days,
suspended between melancholy and betrayal,
I inhabit a soap bubble.

*
And this indecisive spring sails lightly.
Timidly, it peeks out at incredulous glances and half-closed lives.
Suddenly, the flash of the strelitzia captures us
in the brief blink of a distracted gaze, like a kite in flight.

*
Sparrows hung on a thread,
my thoughts at the first tremor, scattered in the blue.
Emptiness weighs on my soul
with the steps of a tightrope walker.

*
The morning light.
The evening silence.
My waiting, stretched out
on the deception of the day
like a nomad’s tent
that lives on mirages,
has enchanted the hours.

*
Like a silky embrace,
the sea dissolves from the shore
and shows its mournful immodesty
to the winking glow of the moon.

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