Serena
Dal Borgo è nata nel 1961 in Alpago, dove vive.
Ha
pubblicato: “In
piume”
(Book Editore, 2003, nota critica di P. Ruffilli), “Con
pelle d’ardesia” (Book Editore, 2005, nota critica di
B.
Garavelli), “Non ancora” (Book Editore, 2011 (Premi Camposampiero,
Garcia
Lorca, speciale San Dominichino 2012); diversi libretti d’artista: “Svolo” (1996), “Preludi
piumati” (1997), “Luna lenta”
(1999), “Mia
linea” (2000), “Onda mia” (Edizioni Pulcinoelefante,
2004, tavola
verbovisuale dell’autrice), “Dal morbido
dei geli” (Edizioni Colophon, 2005, tavole al
pochoir di F.
Barbi), “D’acqua e fango” (2005),
“Senza sorsi
e senza sorrisi”
(2005), “Estesa” (Edizioni Pulcinoelefante, 2007, opera di F. Barbi),
“Nelle
tue mani” (Edizioni Pulcinoelefante, 2007, foto di D. Ferroni), “Il
respiro
della rosa” (2007, tavola verbovisuale dell’autrice), “Ombre senza
voce, senza
ali” (Edizioni Colophon, 2009, tavole di S. Uberto).
Mail
serenadalborgo@gmail.com
POESIE
da NON ANCORA
Sezione
D’ACQUA
E FANGO
(Vajont,
9 ottobre 1963)
e
il Toc. E la spianata
lunare di fango.
e io che quel giorno del nove compivo
due anni. la sera del Toc cadente.
la sera della partita del Real Madrid. due anni.
due secoli. e la terra fangosa e il boato.
e tu forse tre. e noi piccole lontane.
noi che il Toc ha fatto incontrare.
noi che di terra scaviamo. tu che in acqua
sali con Va-le-ri-o e Gi-uuuu-li-a.
noi che in cielo di luna specchiamo
con pelle d’ardesia.
dovevi sentire
come
l'acqua lo sommergeva
e
lo trascinava. e lo
spostava
e
lo oscillava qua
e là.
sommerso.
sospeso.
come
fuscello nell'ira
fustello in attesa.
rumore ovattato.
andava
qua e là.
sospeso.
senza
odori senza suoni.
E
la madre tra le braccia.
Ave Maria madre benedetta
piena di grazia madre di Cristo
madre addolorata madre colpita
Fa’ che torni. Fa’ che i filari
s’alzino al manto azzurro.
Fa’ che il manto ci porti il Signore.
Ave Maria mio figlio è morto.
Tuo figlio è risorto. Ave Maria
Madonna di Dio, Santa Benedetta.
Tuo figlio in croce.
mio figlio in acqua. Ave Maria
piena d’amore piena di dolore
ti ho dato tutto il corpo
che veniva dal mio corpo.
………………………………….
nell’acqua il corpo si muoveva appena
imprigionato tra le sabbie e il fango.
Dentro l’acqua scompariva ogni cosa.
I capelli biondi, gli occhi grandi,
i ricci, l’azzurro. L’innocenza
la
madre
a cercarti. toccarti. salvarti.
da
IL RESPIRO DELLA ROSA
Non
è per vivere insieme
che
ci amiamo. E’ per
avere
il
respiro della rosa.
Essere
un unico pino
d’alpe.
Per
un tetto non nostro,
sognato
- forse –
dai
finestrini di un
treno.
da CON
PELLE D’ARDESIA
Incespicato
respiro
ascolta
aspetta attendi
in
alto
fatti
di piuma
fatti
di sole.
sali
Inconsistente
andare
di piume sin oltre
la
soglia del volo.
Inconsistente
venire
di lume in ali da
nocchiero.
respira
sospira
respira
la luce leggera
le
spighe le pieghe
respira
le vele
Più
in alto. di seta
di
veli di luce.
respiro.
osservo.
mi
ammalo.
Guardo
il corpo.
è
il mio
è
il tuo
padre
figlia padre
io
salgo
mi
attendono le piume
le
falde le nevi le acque
gli
oceani i soli le
stelle
mi
attende il respiro
mi
attende la morte
attendo
la vita
attendo
la seta. Salgo
leggera
salgo
la sera
salgo
in luglio
di
ginepri pungenti.
Salgo
l’acacia
salgo
piumata.
mille
e più passano
tra
le lacrime.
tra
lacrime di vetro
trasparenti
taglienti.
Mille
e più rose bianche
per
la mia rosa nera.
rose
dal cielo
a
petali a steli.
Scendono
calano
con
spine con miele
s’adagiano
risorgono
a
petali a steli.
Rosa
senza cielo,
rosa
negata, rosa portata.
Bianca.
Tremante. Bianca.
Petali
piumati mi coprono
la sera.
Petali
di seta nascondono
mille
chiodi di spine
in
pelle d’ardesia.
da OMBRE SENZA VOCE, SENZA ALI
la
gente parte con il
treno
per
un fuori luogo dal
luogo
della
tana. Lungo un sole
ammassato
sul graffio del
muro.
sagome
silenti in caduta
bianca,
come se nulla
fosse.
tra
grumi e mucchi di
persone
e
sole in cammino nel
ventre
sul
collo lui, lei, loro,
gli altri,
i
dimenticati lontani,
i
solisti e i solitari.
Sul collo
il
sudore di me, mai
partita.
non
voglio scendere dal
treno
qui
sono un’anima che
respira,
uno
specchio della gente,
un’Anna
Karenina morta
d’amore.
da IN
PIUME
è
lì che le
conchiglie
procreano
(luccichii
luminosi)
vocali
sillabe
consonanti
sassi
massi
luci – (lumelli)
e
si piove. Tra raggi.
Tra
lune. Tra nevi.
Si
piove in giallo. In
verde.
In
nero. Si piove soli.
a
volte succede.
a
volte no.
poi
viene la luna,
a
getto. E ti scheggia
e
sia il vento
e
sia il mare.
e
sia la linea
madreperla
della
coscia.
(gambe
lunghe,
tacchi)
da
IL RESPIRO DELLA ROSA
Ce n'est pas pour vivre ensemble
que nous nous aimons. C'est pour avoir
le souffle de la rose.
Pour être un unique pin de l'alpe.
Pour un toit qui n'est pas à nous,
rêvé -peut-être-
derrière les vitres d'un train.
da
DAL MORBIDO DEI GELI
ne
disparais pas trop
car
ma peau s'en déchire,
elle
rougit. elle devient ligne
noire
de main Martina
elle
devient soleil. saveur. galaxie.
da CON
PELLE D’ARDESIA
le
long du lac
voilé de plumes.
peupliers qui pleurent.
cannaie
qui chante
eau qui
ondoie
vers la rive vers l'oasis
vers la vie.
en juillet et en août eaux
enchantées eaux ensorcelées.
Souffle trébuchant
écoute attends veille
en haut.
fais-toi de plume
fais-toi de soleil monte
Allées
sans constistance
de plumes jusqu'au delà
du seuil de l'envol. venues
sans consistance
de lumière sur des ailes de nocher.
respire
soupire
respire la lumière légère
les épis les plis.
respire les voiles
Plus haut. de soie
de voiles de lumière.
da IN
PIUME
Ce
soir, la lune.
Je
l'ai effleurée d'un doigt.
Je
l'ai reniflée. Je l'ai léchée.
Ses cratères de mai. De juin.
Tendue en pluie. Enjouée.
Et ses mers comme des miroirs
Estompés
en
terre
da OMBRE SENZA VOCE, SENZA ALI
On the neck
him, her, them, the others,
the faraway forget,
the soloist and the solitary. On the neck
my sweat, never left.
I don't want
to get off the train,
here I'm a soul that breath,
a mirror for the people,
an Anna Karenina died of love.
da IN
PIUME
Is there that
shells
procreate
(lights
lighted)
vowels
syllables
consonants
stones
rocks
lights - (little lights)
and is the
wind
and is the sea
and is the line
mother-of-pearl
of the thigh.
(long leggs,
heels)
(traduzione
inglese di Irina
Righes)
Maybe Cormòns could, in Ribolla
Gialla – those pennies
by the glass – on the ninth day.
On the road to tasting, I think of
Gucciniana,
between the pink faces of loneliness.
As your Jennifer. Or down by Duino
at the port of cats. Or on the path
of Rilke. Possible. Holding back my
tears for thousand new nines.