La Poesia italiana del Novecento - The italian Poetry of the 20th century

Fabio Dainotti


 

Fabio Dainotti è nato a Pavia nel 1948 e vive a Cava de’ Tirreni. Le sue raccolte di poesia: L’araldo nello specchio (prefazione di Francesco D’Episcopo, Avagliano editore, 1996); Sera (Pulcinoelefante, con un disegno di Salvatore Carbone); La Ringhiera (nota di Vincenzo Guarracino, Book Editore, 1998); Ragazza Carla Cassiera a Milano (con disegni di Valerio Gaeti, Signum, 2001); Un mondo gnomo (Stampa alternativa, 2002); Ora comprendo (prefazione di Luigi Reina, Edizioni Scettro del Re, 2004); Selected poems (Gradiva, 2015); Lamento per Gina e altre poesie (prefazione di Sandro Gros-Pietro, Genesi Editrice, 2015). Ha collaborato a numerose riviste di settore ed è presente in molte antologie. Ha curato la pubblicazione Gli ultimi canti del Purgatorio dantesco (Bulzoni, 2010). È condirettore dell’annuario di poesia e teoria “Il pensiero poetante”.  

 

fabiodainotti@libero.it

 

 

POESIE

 

 

da L’araldo nello specchio

 

Scarpine

 

Tu danzi su scarpine collegiali

son le tue gambe bellissime ali

di gabbiano che vola verso il mare

aperto tra i piroscafi e fa male

al cuore se lo vedi lontanare

verso una libertà di vento e sale.

 

Pioggettina

 

   Ero nella cucina

di una povera vicina;

   suo marito vende

frutta al mercato sotto le tende.

   C’erano alla parete

sbiadita due quiete

   gabbie di canarini senza sole,

che a tratti dicevano parole

   già udite da ragazzo, certe sere

estive, dal barbiere.

   Mi hanno offerto una tazzina

di caffè nella povera cucina;

   e io ero sfinito, svuotato:

mio figlio era di là, malato.

   Si parlava di mangime

guasto, di canarini

morti, avvertivo un senso

di scacco, di inutile perdita.

   E dietro la tendina

piangevi, pioggettina.

 

Bimba

 

   Veste una seta azzurra he la brezza entrando

dalle finestre tra le tende agita.

   Fuori una grande pace è nel giardino.

Sola una bimba gioca

sul ghiaino celeste tra le aiole

di ortensie, tra ombra e sole.

Agli uccelletti, cui sue miche tira,

parla; e s’adira.

 

Viaggi

 

Roma Torino Genova

stampe scali tramonti

nei viaggi ho disperso il mio cuore

dover andare dove

non ti aspetta nessuno

quanti fiori ho calpestato

quanti amori ho rifiutato

Torino Genova Roma

per l’altro mondo si cambia.

 

 

da La ringhiera

 

2.

   Se fossi morta ti potrei tenere

in un reliquiario di vetro;

imbalsamata ti potrei guardare

davanti, di fianco di dietro.

 

5.

Ma tu sei viva, non ti posso amare.

 

6.

   La tua bionda effigie nel ritratto ovale

Splende su sfondo scuro, a grandezza naturale,

madonna nera che non posso amare

ma soltanto adorare da lontano.

Amor de lohn.

 

8.

   Era in fiore la piazza poco fa

poi te ne sei andata con le amiche.

 

9.

   Non è una nuova dieta americana

questa che mi consuma ormai da mesi.

 

10

   Vorrei parlare coi tuoi occhi a lungo

e fissamente fino a capovolgermi.

 

 

12

   Con te vorrei fuggire non in cima

al mondo.  In un posto qualunque.

 

13.

   Dove tu sei è giorno chiaro, mentre

da noi fa scuro; eppure

non abiti agli antipodi.

 

15.

   E oggi hai indossato il costume dei Sai:

la coda di cavallo altoannodata altera

sulla nuca snudata zampillante.

 

16.

   Eppure farà bene alla salute

questo girovagare

in posti ove è possibile incontrare

una donna da amare e non amare.

 

18.

   Eri vestita in bianco, morticina

che appare nella luce

allo schiudersi di una porticina.

 

22.

   L’esile figuretta

che te d’un lungo amore a torto illude

sulla sua bicicletta

stava ieri protesa

nel futuro veloce che la aspetta

e che ti esclude.

 

26.

   Non c’è futuro insieme per noi due

in questa vita, forse

negli eterni ritorni.

 

27.

   Eracle al bivio di una strada a y,

una in salita, l’altra verso il mare;

Oreste tra le furie anguicrinite

e l’ordine di i dio vendicatore.

   Essere o avere, amare o non amare?

 

29.

   Ora è sera, posiamo

la fronte sulla ringhiera.

 

34.

   Verrà il tempo che questi

trasalimenti scorderò; non è

una consolazione.

 

37

   La lente che abbelliva deformando

come in un misterioso racconto di magia

gli alberi secolari del giardino in cui vivi

‘un colpo di ventaglio l’ha spezzata’.

La non più amata non è più mistero.

   ‘Un hombre gris’, un mondo bianco e nero.

 

38.

   Dunque senza rimedi son guarito

da un male che credevo immedicabile.

E sembra solo ieri, poco fa…

 

 

da Ragazza Carla cassiera a Milano trent’anni dopo

 

………………………………………….

 

   Umettare le labbra, l’orologio,

le battaglie d’amore, è proprio tardi,

e la guerra è di giorno, tra poco, ora

che spunta nerissima l’alba

che il prestinaio sputa nella nebbia.

 

 (Il canto, il pianto della lavatrice)

“Nel chiuso codice della centrifuga

Avevo detto avevo preannunziato:

-Chi ha orecchi intenda, morirete tutti.

Avevo macinato il vostro fato(n),

perché questo è il destino, ciò che è detto

una volta per sempre”.

Ma ecco il primo avventore!

E anche questo è amore della vita

che fa male, piacere a ogni cliente.

 

   È il Venticinque, Circolare Nera,

qualcosa di arancione tra le foglie.

È il tuo numero questo tram che avanza

nella nebbia dell’alba come un incubo.

-Si sbrighi a darmi il resto, è il mio turno

di uscire nella strada, nella nebbia,

non c’è tempo d’aspettare

devo lasciare il posto

a quelli che vedo incalzare

dal mio punto di vista e osservazione

“dalla specola alta

di Recanati”, ombelico del mondo.

 

   -Ma non sente il rumore in sottofondo

come striscia nell’alba, signore?

-Ma questa roba finirà in un niente,

non è niente, vedrà che non è niente;

se glielo dico

che è il ricambio, il rumore della vita.

E mi sembravi tu, eri proprio tu.

Però com’è possibile, il Paolo, mio fratello

sotto il mio casamento, tale e quale…

 

   Sì, riccioluto, giovane, o Signore,

mi affaccio ai vetri: no, non è possibile,

dopo tutto quel tempo sarà vecchio,

sarà stato suo figlio!

Mi ha fatto un’impressione, spiaccicato.

Ho sentito il rumore…caduto dall’impalcatura.

Come li dicono? Omicidi bianchi.

Ho sentito il rumore.

E io Teres(i)a dal seno rifatto avevo previsto tutto,

lo sapevo già che sarebbe morto,

che morirai, che moriremo tutti.

 

   Nelle sere d’estate si sostava

sulle panchine verdi, sotto gli alberi.

Se prendi a Milano un tassì

puoi svoltare giù in fondo nella nebbia.

 

 

da Un mondo gnomo

 

Ulisse

 

   Mi sento sorpassato, triste, forse

mi è caduta la cera dagli orecchi:

sempre più irresistibile, difatti,

è il canto delle sirene, laggiù.

 

Fillide

 

   Il parlare amebeo di noi pastori

non è creazione, è lingua in situazione;

se io, tuo servo, teco verba facio,

domina, michi tu risponderai.

E d’altri linguaggi, di sguardi,

non colgo l’alone, l’immagine.

Ti sono di peso, d’impaccio,

e col mio dire  forse ti dispiaccio.

 

 

da Ora comprendo

 

Piove

 

   M’affaccio alla finestra: piove, piove.

e lei chissà che cosa fa? Si muove

svelta in cucina col grembiule o guida

il suo fuoristrada arancione

pieno di figli che accompagna a scuola

con l’inseparabile cagna

sul sedile posteriore

e poi rimane sola

giù in città e traffica bellissima

col fruttaiolo le mele si bagna

I capelli sottili quella trama

preziosa la pelle del suo viso

che sembra la réclame di un bagno schiuma

ma è un’antica bellezza levigata

affinata dai secoli dal tempo.

 

 

da Selected poems

 

Ricerca di senso a Milano

 

   Andare in su, venire in giù, tornare,

lavarsi la faccia e sporchi restare.

   E quel dolore in fondo che permane…

   Un cane emette la sua urina d’oro

In fondo al vicolo scuro.

Vive il poeta un’esistenza umbratile.

   -Ti trovo un po’ ingrassata,

gli occhiali scuri di quando eri giovane;

però sei più vissuta: qualche ruga

nel viso, nella voce qualche ombra.

   Tutto ciò non ha senso:

sempre qualcuno muore, un altro aggrava.

   Il prato è silenzioso, ma infestato

dai moscerini, perciò mia madre è un po’ nervosa, pensa

a domani, alla sala operatoria.

Ultima passeggiata: che peccato,

dagli insetti, dal caldo disturbata.

   E quella striscia rossa nel tramonto

azzurro di Milano.

   Andare giù, venire su, si sa: motivi di famiglia,

i rientri, le ferie, ogni anno, ha un senso?

   -Arriverò domani alla stazione,

un treno proprio comodo, guarda!-

(Ho girato l’Europa in una vita anteriore).

 

   In su in giù, di qua, di là, e via andare

(un panino e poi basta) a lavorare.

   ‘A Milano si vive e si lavora

molto, ma poco si prega, perciò

quest’abbazia alle porte di Milano,

nella pianura pallida infinita.’

   -Ai Navigli, non so, non sei mai stato?

C’è uno che va in giro coi suoi versi

in tasca, li declama nei locali, vive

vendendo libri che lui stesso stampa, dicono

che sia il poeta italiano più letto. -

 

   Sotto gli archi del portico

una nota diversa: un nido sporge

e una rondine sfreccia, torna, parte

ancora. Forse questo, questo sì, ha un senso…

 

 

 

TRANSLATIONS

 

A dog and its owner

 

My dog certainly wonders

If it is wise to spend my days

Locked in my study,

on the sad mezzanine.

 

Outside life celebrates

Its in this

Unnatural forest.

 

It seems to us decay, but someone,

younger now, once grown up,

will remenber it…

 

(Translated by Rosaria Zizzo)

 

 

  Mourning over Gina’s  death

 

 

      I liked to read Sartre, then, the Chief’s Childhood,

I believed I was grown into a man

only because I had made love.

Rigoletto was on, at Arena in Verona;

I had on uncle Franco’s trench coat,

who died, drowned, still young,

thirty years before; (you had taken it

from a wardrobe, as a relic),

black opera glasses

and the pink skin of a twenty years old young man:

I suppose I looked like a millionaire.

Perhaps that’s why a moonflower

gave me some violets at the corner of the street;

it was what conquered me, and I followed her into a time hotel.

Emotion played a nasty trick on me.

And she handed me half an apple,

and while we were eating, lying near her, naked, on the huge bed,

I recovered my strengths. It was my first time,

with that willing lady of pleasure.

 

      After that I began to use a bully talk, and I drank hard,

as the existentialists do.

One day I got off the car, and turning my back to you,

I pissed on the verge of the road; you felt offended,

you started up the car in order not to see.

Another time, I remember,

we quarreled like two sweethearts

and you got me out of the car.

 

      One day I was talking I don’t know what about; I said,

using book phrases, you were a special person.

- I am a poor woman, - you answered – I hardly understand what you are saying!-

But you understood everything; it was me who felt confused

for the many books I read,

at night, listening to the Italiana,

drinking tea from a samovar and smoking cigarettes.

You expounded to me life, which is a very simple thing,

(sometimes amusing, sometimes sad)

but only women can understand that.

 

 

(Translated by Nicola Senatore)

 

 

Ulcus

 

By candlelight,

Plentiful are streaming,

But silent, down hollow cheeks, tears,

Because burns the ulcer like a fire.

And they are as hard as a stone, drops

Of wax. In dry forests, when is set

The sun, the wolves bite the moon.

 

(Translated by Rosalba Magrone)