ANCORA SULLA GUERRA
Bruno Balzan, Fabio Barbon, Vittorio Cozzoli, Luigi Crivellaro, Vittorino Curci, Renzia D’Incà, Patrizia Fazzi, Sabrina Galli, Giuliano Gemo, Maria Teresa Giani, Sonia Giovannetti, Gianfranco Jacobellis, Tiziana Marini, Maria Grazia Nigi, Roberto Pacifico, Patrizia Riscica, Anna Santoliquido, Giovanni Sato, Claudia Manuela Turco
Bruno Balzan
Quest’antica insaziabile
…Quest’antica insaziabile
crudele…terribile…Signora…
che perseguita gli umani fin
dai loro albori…
È lei che è nata con noi o
noi che siamo nati con lei?
…Quando sembra che
manchi da un po’…una quasi…
oscura nostalgia vaga nei
cunicoli più nascosti e neri della
…coscienza-incoscienza…
personale e collettiva…
in un modo o nell’altro…rispunta
…in qualche modo…al centro
della nostra indecifrabile…inquietante
tenebrosa…ombra…
Fabio Barbon
Guerra
Quanti sassi fumanti
caduti dal cielo
in stagioni di cenere
bruciate dall’ego.
Cammino per strade
lastricate di morti
e mi vergogno
d’esser uomo,
animale di pensiero
di trite parole
per civiltà sciolte
come neve al sole
e non ho lacrime
per lavare l’odio
solo ideali illusi
nelle pagine d’un libro.
Vittorio Cozzoli
Guerre e guerre
Sègnati le cose da ricordare, scrivi
il tuo bigliettino segreto, il promemoria,
Occidente, sazio e deluso. Che notte,
la tua! Guerre e guerre. Tuoi segni sono
i tuoi sogni, chi sarà l’interprete?
Porta pazienza se ancora non vedi la pace,
tornerai a vederla, vicina è la tua alba.
E voi, poeti, non siate tiepidi. Più in là,
più in su, di nuovo vostro sia
le désir de dépassement.
Luigi Crivellaro
Guerra di bambini
Estro del fare la guerra
ci prendeva torvo
e bellicosi
ci abbracciavamo nella lotta
dura e rabbiosa
ma poi
chi temeva di soccombere
gridava “sbando”
quale richiesta di tregua.
L’avversario “pace”
replicava
e non infieriva
e un duplice sorriso
concludeva
il dissidio giocoso.
Vittorino Curci
Aspettando il camion del campo
l’antica inimicizia ha ritardato il gesto.
forse i loro doni non saranno apprezzati.
hanno dimestichezza con il verbo morire
tra i 6 e i 10 minuti il respiro accelera
e la cavia umana perde coscienza.
tra i 10 e i 30 il respiro rallenta
fino a tre inspirazioni al minuto
nessuna digressione. avremmo dovuto
pensarci prima.
le luci di scena.
un cane che abbaia. una concertina
militare. una teca
Renzia D’Incà
Senza nome
sai, quando ti hanno sfilato l’anima
mentre ti aggrappi alla bellezza del bene
di Dio o del Creato e la risposta è
si muore anche noi
e una volta sola
e vissuti peggio
eravate già morti durante la traversata
già durante la prima e sola volta-vita
sepolcri imbiancati vi chiamate
senza cuore avidi di beni e spade
nati ad esser uomini come lupo
ad altri uomini. nessuna carità vi placa
Patrizia Fazzi
La pace che cerco
La pace che cerco non sta nei binari
ma nelle stazioni dei gesti,
negli anelli di sguardi,
non sta negli orari e programmi stampati,
è evanescente il suo arrivo…
eppure il suo fischio sottile
è un sibilo dolce, un fragile gong
che spezza la frenesia di violenza,
l’accavallarsi di colpi alla cieca
contro avversari di pelle
umana come la nostra,
come noi generati, fatti di ossa e di sangue,
macchine meravigliose del più stupendo creatore.
La pace che cerco e che chiedo,
la pace che invoco,
non sta solo nelle piazze gremite,
negli inni e nelle bandiere,
ma sta nel sentirsi ogni momento ‘persone’
con voglia di amare e migliorare qualcosa.
La pace che cerco
sta a noi reclamarla,
costruirla guardandosi attorno,
stringendo le mani ed i cuori
dei tanti dispersi in questo universo
smarrito, ma ancora capace
di recidere i fili spinati,
disinnescare le mine,
riannodare parole sospese,
per tessere corde
che leghino lievi i sorrisi,
gomitoli lunghi per tanti
maglioni di pace.
Sabrina Galli
Nodi di preghiere
L’urlo del cielo è una pioggia ferale.
Le bombe raggiungono il suolo
e diventano sangue fluente di sorgenti
immobili, avvolte nell’evanescente
sudario di pianti umani.
Soltanto il sole resta l’unico
occhio di luce, in un mondo cieco.
Il destino sventaglia infide lingue,
dapprima arrotolate per celarsi,
pronte poi a stritolare gli innocenti.
Sguardi annientati dall’odore di zolfo,
di un cielo inclemente, cercano la Pace.
Attendono la carezza lieve di un Creatore,
affinché sciolga nodi di preghiere,
in giorni ostaggi della guerra.
Giuliano Gemo
Guerra
Homo sum, humani nihil a me alienum puto
Publio Terenzio Afro
L’elmo con grandi paragnatidi
serviva solo a riparare il capo?
O non anche a nascondere
le fattezze del volto
umano?
In modo che soltanto quando,
abbattuto il nemico,
lo avvicinavi poi per predarne
le spoglie,
soltanto allora
potevi scoprire,
con stupido sgomento,
che sotto a quell’elmo,
poggiato sul viso,
c’era uno specchio.
Maria Teresa Giani
Amore e Bellezza a chiudere gli orrori della guerra
Disincarnato della veste umana
sorvola Amore tutta la Bellezza
e sfiorandola con dolce intimità
fraterna la illumina e l’accarezza.
Sonia Giovannetti
Il silenzio della notte
Ci ritroviamo qui, nel punto esatto
dove il vento urla.
L’uno al cospetto dell’altro
puntelliamo ombre e gettiamo pietre
su una strada che non contempla uscita.
Di noi, del nostro tempo, non rimane
che questo presente muto.
Sopportiamo il silenzio della notte
e non s’arresta la folata tra i rovi.
Nella penombra, nulla più cerchiamo.
Puntiamo l’ago nella rete smagliata,
continuando a tessere filo spinato.
È così che moriamo,
ignari – quasi – del nostro addio.
Gianfranco Jacobellis
Aspettando l’intervallo
Aspettando l’intervallo
tra tempeste
e il silenzio
che si colma delle grida
Delle fiamme in contrasto
sempre
quello che resterà
sarà soltanto cenere
Tiziana Marini
Lettere dal fronte
Lettere per fame, le tue quando il corpo gridava
come se niente fosse più buono di una buccia di patata
nei giorni del lager e delle punizioni
dello specchio vuoto e degli occhi smisurati.
Scrivevi a tua madre chiedendole il pane come il seno
un tempo. eppure la morte si annidava tutto intorno
a prescindere dal pane. Si annidava nel freddo
che gelava le tue lacrime, nei fucili e nella solitudine.
Comunque il male e il bene, come sai
si alternano e sui corpi distesi, esanimi di allora
nacquero spontanei nuovi campi di grano
smemorati, e su quelli, dopo, nuova guerra
strati di babilonia perché non guarisce l’uomo
e spacca sempre in due il mondo, giusto e sbagliato.
Peso di uccelli sul traliccio al tramonto
la vita e la morte in quel carteggio.
Maria Grazia Nigi
Guerra
Il silenzio della Paura
Che precede lo Schianto
L’ombra della Morte
Che ti respira accanto…
Roberto Pacifico
Ritraducendo Orazio, Ode 7 Libro II
“Mio caro Pompeo, che ti sei trovato
tante volte con me sull’orlo
della fine quand’eravamo in guerra
sotto Bruto, con te diluivo la noia
di giorni infiniti nel frizzante Falerno;
fummo insieme a Filippi quando,
nella fuga generale, ho lasciato,
non proprio eroicamente, lo scudo.
Allora il veloce Mercurio
mi sollevò dentro una nube scura
volando sui nemici. O nipote di Atlante,
Salvami ancora, portami lontano
da questa falsa pace che nasconde
più dolori e ingiustizie di una guerra”.
Patrizia Riscica
Buongiorno guerra
Buongiorno guerra,
ci siamo svegliati senza fili di memoria
persi nel gioco dell’oca della vita
con i perché seppelliti sotto un mucchio di sassi,
ma con l’odore rancido dell’offesa,
la saliva amara di sconfitta
e occhi grandi, rotondi, sciocchi
che non riconoscono più lo stupore.
Parole fasciate coprono il sangue
incapaci di tradurre la lingua invisibile
anche solo per una piccola poesia.
Buongiorno guerra,
oggi davanti al desktop mastichiamo snack
ora ti sosteniamo ora ti ignoriamo ora ti ripudiamo
e alla fine
cerchiamo un nuovo prodotto su Amazon.
Anna Santoliquido
Franz Bohme
Franz Bohme
in quale girone imprechi?
non so il tuo percorso
ma il male genera il male
imponesti brutalità e rappresaglia
contro generazioni
che difendevano il credo
e la semina
incendi arresti impiccagioni
raffiche di proiettili
per distruggere città
la cui lotta sgorgava limpida
Franz Bohme
ho pietà del tuo stato
ma sono i caduti
che stringo al seno
Giovanni Sato
Quando finirà
Quando finirà
la guerra,
le mani incroceranno le mani,
gli occhi si guarderanno negli occhi
ed il nemico diventerà amico,
anzi ognuno si chiamerà fratello
e sorella.
Non finirà
mai la guerra
e sarà ancora fino alla fine
dei giorni e delle notti,
illuminate non dalla Luna
ma dai bagliori
dei razzi distruttori,
sarà ancora
morte e ancora morte.
Certo di qua e di là
si alterneranno
le bandiere della vittoria
piantate sul sangue
di ignoti militi.
“È più facile che un cammello passi
per la cruna di un ago…”
Ma finirà
e non ci sarà giogo da passare,
non si piegheranno le teste davanti al vincitore,
gli ostaggi
saranno liberati
e ciascuno avrà il giusto,
la giusta Terra,
il giusto luogo,
il meritato riposo
e non ci saranno profughi né prigionieri.
Sarà cosí la pace
finalmente
la Pace.
Claudia Manuela Turco
Incubi
Incubi,
rivisitati dai mutilati
di ogni tempo e di ogni età,
carichi d’incombenti protesi
e rapaci arti artificiali,
si stemperano in quadri di Otto Dix.