LA PESTE: ANTOLOGIA DI POESIE SUL COVID TERZA PARTE

LA PESTE
Antologia di poesie sul coronavirus
Terza parte

Giulia Abete, Alessandro Agostinelli, Sandrino Aquilani, Pasquale Balestriere, Gabriella Bertizzolo, Alberto Bertoni, Adua Biagioli, Michele Brancale, Anna Buoninsegni, Serena Dal Borgo, Ottaviano De Biase, Raffaela Fazio, Patrizia Fazzi, Mauro Germani, Paolo Fabrizio Iacuzzi, Giuseppe Iuliano, Vivian Lamarque, Giacomo Leronni, Francesca Luzzio, Loris Maria Marchetti, Claudio Pagelli, Susanna Piano, Patrizia Riscica, Antonella Rizzo, Fabio Scotto, Sandro Varagnolo, Giovanni Zamponi, Lucio Zinna

ABC DEL COVID di Giulia Abete
Febbre tosse secca spossatezza
mal di gola mal di testa
perdita del gusto o dell’olfatto
ormai sappiamo tutto o quasi
che il virus si trasmette a noi
col fiato delle persone infette
respirando se ci si trova accanto
o toccandosi occhi bocca naso.
E per fortuna la maggior parte
sviluppa sintomi lievi o moderati
ma tutti gli altri morti condannati?

CECCO-RONAVIRUS di Alessandro Agostinelli
S’i fosse virus invaderei lo mondo
S’i fosse medico mi toccherei
S’i fosse ‘n quarantena impazzirei
S’i fosse Johnson manderei ‘n profondo.
S’i fosse Trump mi farei un po’ tondo
Ché l’americani non intorterei,
S’i fosse ‘l gran cinese sì te lo direi:
T’ho messo sotto con lo capo a fondo.
S’i fosse morte andarei da Ergan
S’i fosse vita a Upolu da Louis
A fare omaggio alla Sua Immensità.
S’i fosse Ale, com’i’ sono e fui
Berrei il gin tonic di gran qualità
E i brutti libri lassarei altrui.

NATALE IN CASA di Sandrino Aquilani
Comunque sia a Natale si torna bambini,
i canti, gli auguri, alberi, luci, presepi
e tutto vale almeno un abbraccio
seppure a distanza, tiene viva la speranza.
La tavola a festa imbandita aspetta
anche coloro che amiamo e non verranno
perché dentro di noi ci sono tutti e già qui.
Non sarà certo una malcapitata alchimia
a cancellare i sogni, perché è la vita mia,
ho il sole dentro anche se fuori piove.

DIVISIONE di Pasquale Balestriere
Una frustata di vento malato
a rompere la vita.
Ci fu chi come canna si piegò
e poi risorse non al terzo giorno,
ci fu chi giacque.
Si chiusero i viventi nelle tane
all’onda rapinosa.
Ci fu chi disse che non era vero.
Nell’era del contagio
lui lavorava zitto, soffio nero,
lui lavorava adagio.
Ma rubò il tempo e deflorò la rosa.

CAREZZE CONFISCATE di Gabriella Bertizzolo
Covid, corona contagiosa,
con cappio crudele catturi creature,
cancelli certezze, copri cieli cristallini,
confischi carezze…
Come ciechi convulsamente
cerchiamo contatti,
– crollano corrimani come cinerei castelli –
Coraggiosi camici (s)cafrandrati curano
corpi carcerati,
consolano cuori confusi…

UN NOME, IL VOLTO di Alberto Bertoni
Volti e nomi li dimentichiamo presto
Suoni, rumori e voci, dentro
sono isole di buio, grotte di silenzio
o di un battello mentre affonda l’eco
che neanche sappiamo dove va
verso che senso
Nell’indistinto, nel contagio, nel freddo
di uno schermo alieno
la fine che faremo

LA NEVE SI È GETTATA di Adua Biagioli
La neve si è gettata, macchia e freme sulla nostra fronte
che lo dicevano tutti, una sorpresa seppellisce l’incertezza
mentre il fiume corre gonfio al suo destino
da molto tempo nevica sul mondo,
che non ricordo più l’impatto d’aria alle narici
di quanta umanità avremo noi bisogno
e quanto sapremo ancora spendere per un germoglio rosso
faticosamente spreme la corteccia calda fra le rocce,
la sua vita, Il desiderio capovolgerà la terra e il cielo

AMLETO di Michele Brancale
Lui scese invisibile con gli angeli
attraversando il tetto e le pareti.
Nell’istituto si sedette accanto
allo scartato, raggomitolato,
avvolto tra le pieghe di un lenzuolo:
fissava l’icona sul comodino
e le sussurrava: “Andrà tutto bene?”.
La luce del pomeriggio filtrava,
accarezzando il nido della stanza
in cui non poteva entrare nessuno.
Separato, come in un altro mondo,
lui che stava e non poteva scegliere,
non vedeva chi lo amava da sempre:
era né essere né non essere.

TANTI DI LÀ di Anna Buoninsegni
tanti di là
Atlantide dispersa
irriconoscibili le nostre vite
per delicati che siano i veleni
di giorno in giorno tornano a galla
in questa storia di demone malnato
tutto è diventato confine minore
ammanco da qui al nulla del precipitare
come confesso
una bestemmia che non so abitare?

STIGM@:te, 20×21 di Serena Dal Borgo
no. non si può. la lumaca
ci mangia la pancia e la pelle.
cresce enorme, oltre le stelle,
oltre le viti di verdello
……………… e di verdicchio.
ci mangia occhi. e orecchie.
piano piano. di corsa. di vento.
e andiamo. e restiamo. e corriamo.
e ansiamo. tra i vetri dei polmoni.
per un oltre. dell’ora. del qui.

SULLE STRADE DEL COVID-19 di Ottaviano De Biase
Siamo stanchi di ascoltare uomini di scienza
che si accompagnano a rintocchi di campane
e parole che smuovono solo anime e cimiteri.
La Morte, il fantasma che si annida in ogni
luogo e dove: una tomba al centro d’un prato rasato
un cippo di granito e una foto rimasta senza nome.
Così nel mondo s’interrano milioni di morti:
Lei la padrona del campo. Lei è la Morte.
Lei solo sa quale strada prendere!

C’È UN MOMENTO di Raffaela Fazio
C’è un momento privo di risposte.
Cosa avviene? Un guasto, un’accensione?
Pirataggio della mente. Oppure questo:
un lento passaggio di calore
da un corpo a un altro
che non può restituirlo.
Ecco il lascito (come non volerlo?)
Di più umano nell’umano resta
un bene spoglio, animale:
prima del niente, essersi accanto.

UN TEMPO SOSPESO di Patrizia Fazzi
Viviamo in un tempo sospeso,
assopiti e storditi,
in dilatate distanze,
in un silenzio di gesti,
d’un tratto le cose ‘normali’
sono fantasmi rincorsi,
ricordi cullati gli incontri,
messi di fronte all’assurdo
del nostro sentirsi immortali,
scopriamo il nostro essere
fragili fogli staccati dal calendario.

EPPURE CI GUARDA di Mauro Germani
Eppure ci guarda
dal cielo bianco
di un ospedale
e nel pianto s’alza
tra le nuvole
delle corsie e cerca
ogni respiro perduto,
ogni vita dentro
la vita,
solo, in silenzio,
con l’ossigeno
in bocca.

FIABUCCE PER UNA MADRE-1 di Paolo Fabrizio Iacuzzi
Siamo ancora vivi per il t. delle cinque. Io e te nel grande
salone in cima a casa. Sospeso il tempo nel corso normale.
Quando siamo coi morti che non ci amano pi.. E noi la sola
radice. Scampata a Edipo. A ogni complesso. Parliamo col
silenzio. Interrotto solo dai rumorosi sorsi del t.. Facciamo
rumore per inventarci il mondo. In silenzio costretti a code
nei supermercati. Fuori non siamo sicuri che ci sia l’amore.
Tra le mascherine calcate sul viso. Ed i guanti intonati cos.
bene ai completi. Giacca blu e jeans io. E la tua gabardina
che scende a pennello sulla gonna. Cos. esistiamo in pena
stretta fra noi. E chiss. quando finir. il mondo. Domani
saremo migliori. Ma tu non credi e sarai di nuovo sola. Io
via. Uno di quei bambini. Ansel nella casetta di cioccolata.
La facciata di Porta San Marco. Semaforo sempre arancio.

OLTRE LA CROCE di Giuseppe Iuliano
Il cielo è ultima libertà al sole negato.
Anime stanche sempre più povere
scontriamo alla guerra coltello di virus.
Ha palpiti e angoscia la vita
corsia di malati a fragore di tosse e petto.
File di camion cortei al sepolcro
ci restituiscono urne e freddo di ceneri.
La morte travolge a onde, a soffi
spianate e scogli di terraferma.
Vaccini e fiele, scudi di sentinelle a resistere.

MARZO 2020, COMINCIÒ COSÌ di Vivian Lamarque
Era così pulito il cielo tutt’intorno
che strano dicevano dai rami
è più leggera l’aria e il nido meno nero.
Ma sotto cadevano vecchini come foglie…
(camminavamo, cammineremo, ci rialzeremo)

COSA DICE LA POESIA di Giacomo Leronni
Cosa dice la poesia di questo
spettacolo? Non so neppure
porgere la domanda agli offesi.
Ai dannati sempre pronti
a farsi più in là, fino all’altrove
della loro indicibile morte.
Rinviare il presente, acuirlo
poi inabissarlo: la poesia sempre
si sposta con loro.

EFFETTO PANDEMICO di Francesca Luzzio
Mi affaccio, ho bisogno d’aria!
Mi accoglie un lontano gracchiare di gabbiani.
La strada è vuota:
solo un cane, tenuto al guinzaglio dal suo padrone.
Un suono di sirena poi m’induce a pregare …
Laggiù la nebbia occulta le case, realtà irreali
nel movimento della nebbia che par le muove.
Rientro …., anche i fiori del balcone
non hanno voglia di profumare
il mio latente, timore, letale.

NATALE 2020 di Loris Maria Marchetti
Un’incongrua allegrezza senza colpa
cerca strada discreta tra sirene
rossocrociate e bollettini ferali,
è un’idea indefinita di Natale
sprigionata da uno spettro assai indeciso
ma fautore ostinato della vita:
nostalgia di sfolgoranti luminarie
nell’evento di stampo ormai mondano
o di un’unica stella risplendente
sopra un mitico meeting d’eccezione
a Betlemme in una notte ormai remota?
…ma la spuria allegrezza presto smorza
nell’abbraccio di una convalescenza
perigliosa e dolente, quasi di purgatorio
senza fine o di limbo.

ME NE SONO ANDATO di Claudio Pagelli
Me ne sono andato in una febbre
in una tosse irrisolta del mondo
così, in uno schiocco di vento
la faccia del buio accanto
la stella spenta del mio corpo…

FINALMENTE SEI NEL BOSCO di Susanna Piano
Finalmente sei nel bosco,
tra abbracci ramificati di arbusti,
erbe e alberi selvatici
e infine ti congedi
dalle salme riprodotte in tivù,
dalla persuasione che sia giusto avere paura,
dal coprifuoco e dagli eserciti nelle strade.
Ti stupisci per lo stupore degli umani
quando si scoprono mortali
e ti congedi da questo vocabolario di guerra,
da questo provare a non morire
smettendo di vivere.

RESPIRO di Patrizia Riscica
Un respiro profondo e poi un altro
e l’aria – quasi un miracolo – si diffonde nel corpo.
Respiro con consapevolezza.
Respiro con gioia mai provata.
Ossigeno, anidride, azoto, argon, vita.
Respirare è assolutamente essenziale.
La mente ancora confusa e attonita.
Realizzo la possibilità di una fine.
Realizzo la possibilità di un inizio.
Attorno a me si respira con indifferenza.

LA CURA DELLA SOLITUDINE di Antonella Rizzo
No, non avrei mai pensato
di abbandonare il giorno
a ciò che avrebbe riservato la notte
sognare come l’uomo della pietra
il domani senza i morti sulla pira
che la solitudine fosse la cura
per stanare il nemico che respira
approfittando del corpo stanco
di una sequoia, o di un giovane fuscello.

PENSANDO A GOYA di Fabio Scotto
Il corpo geme
non ha più volto
Più non dice “insieme”
l’altro si è nascosto
Cosi vaghiamo
per le strade soli
nel cemento deserto
Ma grazie, Dottor Arrieta
per averci accompagnato
dove s’è rotto il fiato

SE RIPOSANO AL NIDO LE TORTORE di Sandro Varagnolo
Se riposano al nido le tortore
la bufera che ammorba contagia
la vulnerabilità del respiro
e rifrange gli sguardi in sospetto.
Un nuovo decalogo abilita
lo schermo della separazione,
la clessidra perpetra rapace
l’ora del coprifuoco.
Il freddo dilapida e sale
nel tempo che incombe, lungamente.

NATALE IN LOCKDOWN ROSSO di Giovanni Zamponi
Stamane sono uscito nonostante
il divieto, e l’ho fatto di buon’ora;
gente a me nota si scambiava ancora
strette di mano, lieta nel sembiante.
Pur nessuno ha risposto al mio saluto,
anzi sembrava che non fossi visto,
così sono rimasto fermo e muto
assai stupito e come dispiaciuto;
una pattuglia forse m’ha intravisto,
ma solo un Bimbo m’ha riconosciuto.

CORONAVIRUS E SUE RADICI di Lucio Zinna
Di misteriose origini giunto da lontano
il coronato virus m’attenta – discreto –
nella penisoletta bagherese ove solitario
coltivo versi e patologie pregresse.
Sgomento mi chiedo quando di soppiatto
mi sia infilato in così chiare lasse
manzoniane. Esamino le cause addotte
“de bello pandemico” e perplesso
(e imbavagliato) mi vado ogni volta
ripetendo che qui gatta ci covid.

 

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