IL SUD E I POETI
L’ambizioso progetto di una preziosa collezione di volumi denominata “Sud – I Poeti”, grazie all’editore Macabor di Francavilla Marittima, è stato da poco inaugurato con la pubblicazione del Volume Primo dedicato al poeta campano Antonio Spagnuolo: Antonio Spagnuolo e l’assedio della poesia, inserito nella Collana “Nuova Luce”, che include Saggi e Antologie. Secondo le previsioni, faranno seguito ben altri diciannove tomi. Curatore dell’opera è Bonifacio Vincenzi. 274 pagine compongono questo libro, strutturato secondo una tripartizione articolata nel modo seguente: dapprima vengono presentate la biobibliografia e l’opera del protagonista attraverso una selezione di testimonianze e di poesie, dopodiché vengono proposte all’attenzione del lettore alcune poesie di significativi autori meridionali scomparsi ma non fagocitati dall’oblio, infine viene presentata la poesia del Sud Italia dei nostri giorni. Il piano di questa imponente iniziativa editoriale ruota principalmente attorno alla Poesia e non ai Poeti, pur riconoscendo il ruolo e la specificità sia del poeta che dell’uomo. Tale orientamento è dovuto principalmente al fatto che il poeta «è la più impoetica delle creature», come sosteneva John Keats, «perché non ha identità», essendo egli incessantemente alla ricerca di essa. Entrando nello specifico, nella “Premessa” a questo primo volume Bonifacio Vincenzi scrive: «L’Opera in primo piano, dunque, senza la dinamica degli intrecci di potere che tanto appassiona il lavoro degli ultimi anni non solo di gran parte degli addetti ai lavori ma, cosa ancor più grave, di molti critici che dovrebbero contribuire a scrivere la storia della poesia contemporanea del nostro paese». L’intento è quello di «creare un percorso alternativo reale, serio, onesto, umano, legandolo alla buona poesia», in questo caso per quanto concerne la produzione del Sud Italia, di rado presa in considerazione dalla critica ufficiale, senza comunque perdersi in sterili polemiche. Antonio Spagnuolo – medico e poeta (protagonista di rilievo pure nell’ambito della poesia visiva), saggista e scrittore di racconti e romanzi, autore di testi teatrali –, nato nel 1931 a Napoli e dotato di una mente straordinariamente brillante, continua a scrivere con passione, vincendo la sfida del tempo e dimostrando come l’amore per la poesia, quale pratica quotidiana, sia faro e timone nella deriva dei giorni, nonostante l’insopprimibilità delle umane contraddizioni e l’incurabilità di certi mali che colpiscono l’anima ancor prima del corpo. Egli ha tracciato un percorso particolarissimo, partendo da fasi che ci hanno donato opere di difficile lettura sino a giungere, nonostante una composita tessitura persistente, a una maggiore chiarezza e leggerezza di scrittura, sempre creando segmenti originali e concrezioni verbali e di immagini di notevole caratura. Antonio Spagnuolo si colloca in una dimensione internazionale, le sue poesie sono state tradotte in diverse lingue. A. Asor Rosa l’ha inserito nel Dizionario della letteratura italiana del Novecento ed egli compare anche nella Letteratura italiana edita da Einaudi. Nella prima parte del volume in esame, ovvero in “Antonio Spagnuolo e l’assedio della poesia” (egli dal 1991 al 2006 ha diretto la Collana “L’assedio della poesia”), compaiono “L’assedio” di Elio Grasso (curatore della sezione), l’importante “Biobibliografia”, la “Bibliografia critica essenziale”, e precedono l’Antologia poetica, i saggi dedicati al poeta dai critici qui di seguito elencati: Elio Andriuoli (“La più recente poesia di Antonio Spagnuolo”), Domenico Cara (“Nove microsaggi per Antonio Spagnuolo”), Mauro Ferrari (“Spagnuolo e L’ultimo tocco”), Giulia Martini (“L’inaccettabile reductio ad unum nel Canzoniere dell’assenza”), Massimo Pamio (“Se l’amore d’un poeta resiste”), Marisa Papa Ruggiero (“L’accordatore dei suoni – Nota in omaggio a Antonio Spagnuolo”), Plinio Perilli (“Ricondotto dall’Assenza al confine del Cielo (omaggio a Antonio Spagnuolo”), Raffaele Piazza (“Antonio Spagnuolo Maestro e Amico”), Ugo Piscopo (“Un’assenza concreta, una concretezza inquietante”), Enzo Rega (“Presenza e perdita nella poesia di Antonio Spagnuolo”), Paolo Ruffilli (“La persistenza dell’ultimo tocco”), Lorenzo Spurio (“Antonio Spagnuolo: dell’uomo e della poetica”), Felice Piemontese (“Spagnuolo e il tempo del “Gruppo”), Eleonora Rimolo (“Il vuoto e la bellezza – il Canzoniere dell’assenza”). Tali testimonianze ruotano soprattutto attorno ai libri più recenti di Spagnuolo, citando molti segmenti di versi degni di nota e da tenere bene a mente, i quali si integrano insieme alle poesie proposte in questa antologia, tratte da alcuni dei suoi tanti libri editi a partire dal 1979 (ma il suo percorso poetico ha radici decisamente più lontane: Ore del tempo perduto risale addirittura al 1953) e ad altre sue poesie inedite. Ne scaturisce un vivido ritratto dell’assenza, concetto chiave e presenza straziante soprattutto per quanto concerne le ultime opere. Il ricorrente tema della perdita della persona amata (la più atroce tra «le fredde sottrazioni») e compagna di vita conduce a molteplici visioni e richiede ricercate variazioni, approdando a soluzioni poetiche inattese. Unificando il proprio intimo dolore con quello del lettore, il poeta si mette a nudo confessando tutto lo sconforto che lo assale e la sensazione di solitudine che lo aggredisce e diviene via via sempre più aspra, man mano che trascorrono le ore delle singole giornate. Evidenti le capacità descrittive non comuni, nel catturare le relazioni tra gli oggetti e le varie presenze, i legami tra la cosa che diventa parola e la parola che diventa cosa, nel reticolato esistenziale: «Quasi ferme le stelle, tegole scomposte / fra ginestre impazzite di giallo, / chiede aromi una ruspa / al bordo della tangenziale, / il terreno inaridito impolvera lunghe / teorie di meccanismi, / eppure conosci altre parole / inceppate a vecchie abitudini». Il gergo medico-scientifico dà nutrimento a non pochi versi, come testimoniano alcuni dei titoli dei volumi pubblicati da Antonio Spagnuolo (si vedano Candida, libro edito nel 1985, e Fratture da comporre del 2009), il quale scrive: «Disseziono parole per vendetta», «Tra gli omeri / corrosi / dall’idrocortisone» e «suggestioni / interrotte al di là della safena». Si può essere «un libro inferocito» o possedere «quella rabbia di sopravvivenza / che ha ragione del tempo», ma serve la poesia per contrastare «quel che chiamo oblio: / mura crollate e zone d’ombra / nel flutto di una nuova fantasia». Mentre esiste «il sacrificio / di essere qualcuno», dubbi e mistero si pongono accanto all’ineludibile verità: «non saprò quale musica spezzerà le pupille», anche se «ascolto lo stupore / che spacca quasi tutto il mondo», con «le ginocchia, piegate inutilmente alla preghiera», e malgrado tutto «Si avvicina di nuovo l’infinito». Nella seconda parte del libro che stiamo esaminando – denominata “Voci dal silenzio – Poeti del Sud scomparsi da non dimenticare” – compaiono le poesie di Giuseppe Jovine, Giammario Sgattoni, Angelo Fasano, Antonio Verri, Aldo Dramis, rispettivamente introdotti con cenni alla loro biografia e opera da Carlo Jovine, Bonifacio Vincenzi, Pino Corbo, Emilia Sirangelo, Gianni Mazzei. Nella terza e conclusiva sezione, invece, – denominata “Antologia dei poeti del Sud” (antologia poetica in cui ogni autore è stato incluso con cenni mai noiosi e più o meno estesi alla sua biografia e alla sua opera complessiva) – risultano radunati alcuni inediti (in generale nel numero di tre per autore, due nel caso di Colicigno) di Franco Dionesalvi, Giuseppe Rosato, Rossella Tempesta, Antonio Bux, Lorenza Colicigno, Lina Salvi, Alfredo Bruni, Silvano Trevisani, Eleonora Rimolo, rispettivamente introdotti da Filippo Senatore, Gianni Mazzei, Ivano Mugnaini, Mara Venuto, Maria Pina Ciancio, Elio Grasso, Gianni Mazzei, Dante Maffia, Marco Di Pasquale. Il volume dedicato ad Antonio Spagnuolo dall’Editore Macabor si presenta vario e sempre molto interessante, con intersezioni e aperture in linea con l’atteggiamento del poeta protagonista, poiché Antonio Spagnuolo ha contribuito in modo significativo alla diffusione della poesia non soltanto creando propri mondi di parole e immagini, ma anche prodigandosi affinché altri autori potessero venire letti e ascoltati, in un’atmosfera di collaborazione e di dialogo.