CORRADO GOVONI

CORRADO GOVONI

“Ecco che cosa resta / di tutta la magia della fiera / quella trombettina / di latta azzurra e verde, / che suona una bambina / camminando, scalza, per i campi.” Inizio questa mia conversazione su Corrado Govoni con i primi versi della poesia La Trombettina, forse uno dei testi più noti del poeta: con questa ingenuità, la purezza, una sorta di malinconia ed anche la meraviglia che è propria di uno sguardo bambino. La poesia è tratta dal libro Il quaderno dei sogni e delle stelle, pubblicato con Mondadori nel 1924, ma noi andremo molto più indietro per parlare dell’artista, che aderisce a vari movimenti culturali, che è poeta, scrittore, autore di testi teatrali. Corrado Govoni non ha paura di sperimentare pur rimanendo, in linea di massima, fedele a se stesso. La conferenza prosegue il ciclo dei crepuscolari, che ho iniziato con Sergio Corazzini in aprile scorso. Corrado Govoni nasce in provincia di Ferrara, a Tamara, una frazione di Copparo, il 29 ottobre del 1884, sotto il segno dello Scorpione, quindi. I genitori: Carlo Govoni e Maria Albonetti hanno una tenuta agricola, dove anche lui presterà la sua opera. Carlo non compie studi regolari, ritroveremo però nelle poesie l’atmosfera del collegio dei Salesiani dove lui è stato, undicenne. Nel 1903, a diciannove anni, si trasferisce per qualche tempo a Firenze dove conosce Giovanni Papini e dove pubblica, a proprie spese, con l’editore Lumachi due libri di poesie: Le fiale e Armonia in grigio et in silenzio, dai quali poi leggeremo qualcosa. Ed è proprio questa seconda opera di Govoni che così Giuseppe Lasala definisce: “la famosa raccolta del 1903, forse il suo libro più bello, riferimento imprescindibile della sensibilità crepuscolare e, pure per molti aspetti già al di là del crepuscolarismo che fondava”.  …

Roberta Degl’Innocenti

Literary.it

 

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