Ottaviano
DE BIASE
Ottaviano De Biase è nato a Santa Lucia di Serino (Av), nel 1947, e vive a Serino. Le sue raccolte di poesia: Terra Mia (presentazione di Floro Di Zenzo, prefazione di Pietro Pelosi, Palladio, 1979), Scaglie di Roccia (prefazione di Gaetano A. Iannace, WM Edizioni,1989), Incontri (Firenze Libri, 1993), La speranza del seme (prefazione di Renato Pigliacampo, Firenze Libri, 1995), I colori del sud (prefazione di Michael Ricciardelli, Scuderi, 1998), Luci d’alba (note critiche di Luigi Fontanella, Raffaele Di Zenzo, Renato Pigliacampo, Vincenzo Arnone, Benito Sablone, Pro Loco Serino, 2004), Autunno (prefazione di Alberto Granese, Sellino Editore, 2007), Nel cratere d’Inverno (prefazione di Paolo Ruffilli, Il Terebinto, 2012), Terra Bruciata (prefazione di Mattia Leombruno, Fondazione Mario Luzi, 2016), La stagione dei vinti (2020, note critiche di Palo Ruffilli, Giovanni De Feo, Raffaele Di Zenzo, Paolo Saggese, Gaetana Aufiero), Lontananze (prefazione di Emanuela Sica, Polistampa). È autore anche di due romanzi: Terra e Cielo (Firenze Libri, 1994) e Notti di veglia in guerra fredda (Kappa Vu, 2010), e del testo teatrale A vigilia e Natale (due atti in dialetto serinese, Tutto Volume, 2004). Da anni si occupa di storia locale con saggi ed approfondimenti. Fa parte del Comitato di Redazione del Dizionario Bibliografico Irpino. Collabora con alcuni periodici e con Il Quotidiano del Sud, già Corriere dell’Irpinia.
https://www.facebook.com/ottaaviano.debiase
POESIE
da TERRA MIA
In questi luoghi scarni e vuoti,
dove il sole arde inesorabile,
anche la storia non rimane scritta se non sulle pietre…
ancora vedo quell’uomo dai capelli bianchi
ostinarsi a seminare promesse,
le nostre solite promesse,
e poi morirne di vergogna.
O pietre che storia vera insegnate,
scagliatevi contro al primo venuto.
*
Verranno gli uomini
Assetati
Dal corpo monco
A violare i nostri sentieri,
verranno e saranno in molti
a fondersi nel colore della terra nera.
da SCAGLIE DI ROCCIA
Lascio al caso
le amicizie, le attese
gabbiani sulla riva
e vele mosse sul mare
insieme andiamo incontro alla sera.
*
Terra del Sud,
estirpata alla roccia
in piccole zolle
scolpita e dipinta
con le mani dei tuoi figli,
*
Qui canto il mio dolore
a questa terra,
come il Cristo
ascolto il lamento nero
di una madre.
da INCONTRI
E non stupirti se questa sera,
non ti darò ascolto, se dalle
ortiche mi allontano per udire
altre fanciulle che cantano alte melagrane
*
Questa sera
farò un viaggio nel fuoco.
Sull’alto del carro
nuove vite
m’abbelliranno il viso.
Lassù, questa sera,
spero vorrà farmi compagnia una stella.
da LA SPERANZA DEL SEME
La notte non ha piazze né fontane,
La luna spia i contorni delle case contadine.
E mentre tu cerchi il cammino dei vecchi,
domani, altrettanto silenzio sarà pietra.
La campana, in cima al colle,
insegue l’onda corrosa del battaglio.
Sono io l’autunno.
Il cielo mi cerca. Sarò
con te fino a superare
quest’ultima difficile prova.
*
Uomini soli, lamenti induriti dalle pietre.
Avremo ancora degli uomini che camminano
nel buio delle cose
nel sole che tace tutti i giorni
nella speranza nel divenire.
da I COLORI DEL SUD
Ecco. Nella mia valle, il Tuo amore.
Così vive, d’amore, un fiore.
Con te diventa più dolce la vita.
Vita che sorride, che si rinnova.
*
Domani. Domani avremo tutti una Madre.
Mani che si cercano, che ci porteranno
a conoscere un cielo grande,
un mare grande, un cuore
più grande del mare e del cielo
*
Madre mia. Madre mia.
Il giorno in cui avrai dato
Un nome a tutte le cose
Fa’ che una stella torni ad essere
Punto fermo del marinaio sul mare.
*
Lungo la corona dei monti
il tempo non conosce pausa,
fatica e fiorisce e danza
nell’anima del fanciullo.
da LUCI D’ALBA
In quest’ora di nude
forme e di nude parole
il sogno di una notte
avanti ai tuoi occhi vacilla.
Sul greto i ricordi si lasciano accarezzare
con gli occhi accesi di fiori e di rosari.
Il nuovo giorno si
cerca asilo nell’unica forma
che consente a noi di camminare.
Eccomi, Aurora. Dio mio. Urna
di madre sempre pronta al perdono.
Radiosa come i colori di una rosa…
*
Un altro dio nascosto. Un altro
dio senza ombra, senza luce;
un altro dio che incalza fuori
e dentro questo vivere.
*
Qui volge al termine
il mio camminare
sulla terra, come uomo.
Qui il tramonto
serra nella sua mano
un altro misero fiore.
…un fiore
una domenica
radici d’acqua vento
dentro le navate della mia chiesa
…balconi di ansia
si aprono per vivere
un altro sogno nudo, di speranza.
da AUTUNNO
In questo paese ogni ricordo mi è caro,
il volto d’una luce solare mi è caro, pure la gioia
del bene che va a compiersi su di noi non vorrei mai perdere.
*
Sulla bianca rugiada.
Qui tutti abbiamo pianto
gli anni della giovinezza,
ricoperto i sogni mai realizzati
con fiori profumati di mandorlo.
I minuti sono ore, le ore sono secoli.
In attesa che il sole cada sulla valle
qui adesso è il vento che trascina
tutti quanti noi in un solo diluvio.
*
Nel silenzio la poesia nasce per spiegare altro silenzio.
*
Ecco perché il dolore della terra il poeta se lo tiene
solo per sé, lo stipa negli anfratti più profondi.
Il poeta difficilmente sorride; solitamente predilige
bandire lo scetticismo e la rassegnazione
precaria della sua gente. Il poeta, tutti i giorni,
ha bisogno d’età, dell’essere infinito, di non morire
troppo in fretta; il poeta non può essere gioia,
il poeta è quell’anima smarrita sulla terrazza al primo sole.
*
L’inverno è alle porte.
Se ti affacci alla finestra
lo vedi svelarsi ed è di una bellezza unica.
da NEL CRATERE D’INVERNO
(Annuncio l’inverno
convinto di raccontare le cose
che si amano nella vita
pur sapendo di non esserne capace…)
Vi prego. Non portatemi via i luoghi di casa mia,
aldilà di queste acque e di queste terre
abbiamo già avuto troppi eroi morti sul campo.
*
L’unico rimasto impigliato è il tempo
con le sue pagine bianche
e di stagioni che si alternano
ai lamenti dei campi avvelenati e ciminiere.
*
Per un dono che silente
rincorre il presente delineato,
un dono molto simile
al cuore della donna che si ama…
*
Io non so chi tu sia veramente,
però dentro il mio cuore sento
che una rosa non ha bisogno di parole;
ogni rosa è figlia di questa terra
il suo essere è sangue di bandiera.
*
Benedetta terra,
luce diamantina
sole del giorno
paese di fuoco e acqua
resistere
qualcuno dovrà restituire
alla mia gente
il suo antico orgoglio
la sua grandezza terrestre.
*
Il mattino sale intrecciando
antiche litanie
ridisegna sulle mappe
geometrie di cui io mi sono servito
migliaia di volte e sempre
per fissare nel cielo un sigillo d’aria.
da TERRA BRUCIATA
S’agita alle mie spalle
il vento velino e s’intrufola
fin nelle radici d’un albero.
S’agita sulla piazza vuota del paese.
S’agita pur di non farsi schiacciare
da nuove e improvvise ondate di solitudine.
*
Sul volto radioso della mia
nipotina Chiara
luccica il sole della scogliera.
I gabbiani, con le loro grida di gioia,
tengono a distanza
la tempesta che s’intravede sul mare.
Fiume di vita precoce
sulle cui ali ha preso a camminare
il sogno di lei bambina, di intere generazioni.
In questa domenica di maggio,
sulla costiera ancora povera di vele.
*
Non so dire se sono ancora la tua isola.
La stessa che, per decenni,
mi ha donato spazi in cui vivere.
Per quanto ancora lo sarò? Non so dirlo.
Intanto mi accontento di attraversare i tuoi
occhi, che restano di una verginità a lungo desiderata.
Lontananze
Dopo questo continuo girare intorno
all’esistente e all’inesistente vuoto
dopo questo dare voce
alle tante forme di vita sulla terra
a tutte le ore del giorno e della notte
incluso l’amore eterno
che in me non finisce mai di stupire
ecco
dopo tutto questo
dopo tutto questo molto e poco
– che per me è quasi una malattia –
ciò che mi manca è la tua stella
il volto di colei che mi ha sempre voluto bene.
Madre mia
ora è tempo che io resti
ancora un poco in questa casa
dove tutto mi era già stato predestinato…
Allora io resto
e convinto
poggio il mio capo stanco
sulla spalliera di una panca
anch’essa stanca quanto te
che mi stai di fianco
ti prego
fai presto
toglimi di dosso questa croce
per una volta nella vita
fissami bene i termini e le distanze
ti prego
anche ora che i miei occhi
non hanno più lacrime
per te che ti son figlio.
Le stesse cose le sto a chiedere anche a te
volto cresciuto senza latte
e a te che mi stai a guardare
come se fossi io l’ultimo dei tuoi problemi…
Oh, morte
cosa me ne faccio
adesso
di questo mondo sterile
di tutto questo niente
dimmi come posso guardare negli occhi
i figli miei..
oh, terra
terra senza patria
e senza amore
ora che pure la speranza è andata a farsi benedire?
Allora io resto
qui resto perché questa è terra tua e mia
resto per custodire la memoria mia e quella di mio padre.
Allora io resto
qui resto per raccontare
altro di noi
del nostro amore che sale da profondo dell’anima
di noi e l’altro di noi
che in silenzio abbiamo sofferto.
Allora io resto
fino alla fine dei miei giorni
anche tu sii sempre al mio fianco
perché abbiamo da raccontare insieme
quest’ultimo tratto di strada
sempre mano nella mano
nonostante le offese e le dimenticanze
nonostante le cose buone
che insieme siamo riusciti a creare
in questa vita
o in quella che mi verrà indicato di fare nell’altra…
E allora io resto
resto qui
perché qui ho ancora da rendere
tutto quanto mi è stato donato
qui o in qualsiasi altro luogo
aspetto che sii sempre tu
a farmi l’elenco
dei nostri giorni migliori
più quelli che ci siamo visti passati davanti
senza aver neanche avuto la possibilità di poterli sfiorare.
TRANSLATIONS
Montecassino
On the remains of war
the church, the Polish cemetery,
the hill are washed
in tearful faces.
In this continuing non-silence,
there is sorrow but also sweetness.
It is here, along the rolling meadows,
that the anxieties and sad events
of history unfold.
This hill that reflects the seasons,
the abbey, the tombs of the martyrs,
suddenly weigh upon humanity,
to end the night in tears, or worse.
But still so much solace
does the Church, the Christian faith offer,
my prayers might help the dispersed
ando the lost find strength to pardon.
Sun
Sun: with your luminous smiles
with your immutable gestures
you move, in a sequence of appointments
and cancel the tiring darkness.
Here for us,
as soon as you appear on the horizon,
the morning dew greets you in a festive mood;
for you is gives a touch of pearly light
and spreads its crystal drops
on the blades of grass
on the red reses just blooming
on the valley already awakened,
with the passing of the hours,
the frost begin to disappear,
it evaporates, giving itself to the day
with the earth which is revealed waitng
and fragrant.
And when at dusk bending your back
to labors, you expand
and descend toward evening
as a guest of sea; you lay down your
thoughts on the rocks, on the world
that you continue in tilling, on the waters of the sky
where you draw your boundaries.
Do not grow weary, SUN.
Anoint with eternity this little lost pearl;
here, there is one who pretends to be attentive to
the potent hours: the dense shadows of darkness.
*
On the remains of war
the church, the Polish cemetery,
the hill are washed
in tearful faces.
In this continuing non-silence,
there is sorrow but also sweetness.
It is here, along the rolling meadows,
that the anxieties and sad events
of history unfold.
This hill that reflects the seasons,
the abbey, the tombs of the martyrs,
suddenly weigh upon humanity,
to end the night in tears, or worse.
But still so much solace
does the Church, the Christian faith offer,
my prayers might help the dispersed
ando the lost find strength to pardon.
*
Sun: with your luminous smiles
with your immutable gestures
you move, in a sequence of appointments
and cancel the tiring darkness.
Here for us,
as soon as you appear on the horizon,
the morning dew greets you in a festive mood;
for you is gives a touch of pearly light
and spreads its crystal drops
on the blades of grass
on the red reses just blooming
on the valley already awakened,
with the passing of the hours,
the frost begin to disappear,
it evaporates, giving itself to the day
with the earth which is revealed waitng
and fragrant.
And when at dusk bending your back
to labors, you expand
and descend toward evening
as a guest of sea; you lay down your
thoughts on the rocks, on the world
that you continue in tilling, on the waters of the sky
where you draw your boundaries.
Do not grow weary, SUN.
Anoint with eternity this little lost pearl;
here, there is one who pretends to be attentive to
the potent hours: the dense shadows of darkness.
*
As when we were young
we have sailed
against the current
everyone searching for his island.
As when we were young
we let ourselves be taken
by an erotic forbidden thrill
convinced of becoming famous soon.
As in a painting, the shoreline
let itself be streaked by the wind and tinged indigo
and colored by us, until it transformed
our little dream into so many little misadventures.
I can not say if I am still your island.
The same one that, for decades,
gave me spaces to live in.
For how long then will I still be? I can not say.
Meanwhile, I am content to meet your
eyes, which remain of a long desired virginity.
*
On the radiant face of my
granddaughter Chiara
there is the glitter of sunlight on the cliff.
The seagulls, with their shouts of joy,
keep at a distance
the storm that can be glimpsed on the sea.
River of early life
on whose wings she began to walk
the dream of a child, of entire generations.
On this Sunday in May,
on the coast still poor of sails.
(Translated by Raffaele Di Zenzo)