MARIO SPECCHIO POETA
“Pittore che hai finito i tuoi colori / dipingi con il sangue / non lasciare / interrotto il ritratto della vita…” Sono versi tratti da “Congedo”, A piene mani, (Vallecchi, Firenze, 1974). La poesia di Mario Specchio è scritta con il sangue, non con l’inchiostro. È vita, o meglio quella parte di vita quasi inafferrabile che supera la vita stessa e si innalza verso l’eterno facendosi cosa quasi immortale. Mario Specchio è il poeta della Nostalgia di Ulisse, raccolta nella quale ci canta il suo desiderio di un mondo in cui ci siano valori da cui partire per un viaggio verso nuovi obiettivi ed è il poeta di Da un mondo all’altro, raccolta incentrata sul canto dei sentimenti e degli affetti più cari, senza dimenticare la descrizione del quotidiano vista attraverso gli occhi dell’uomo e non mettendo al centro l’ambiente e gli oggetti. Da ultimo, in Passione di Maria, la preghiera si innalza in canto poetico mettendo al centro la figura della Madre di Tutti, Maria, che per Mario Specchio è la madre. Resta la distanza fra madre e figlio come in Rilke ne La vita di Maria da Specchio magistralmente tradotta. Maria vede il figlio da lontano e si chiede se questa distanza potrà mai essere colmata. Non la morte, ma l’oblio temeva Mario, ma come tutti i Grandi non ha motivo di temere perché ciò che è immortale resta e così resteranno tutte le sue opere.