L’ULTIMATUM DI MARIA GRAZIA NIGI
La poesia non è soltanto il nettare dell’anima, ma sa anche interpretare l’angoscia civile e la precarietà del tempo in cui viviamo. Mentre spirano i venti di guerra e la violenza e il caos scandiscono quotidianamente le azioni degli esseri umani, la verità sensibile del poeta entra nel cuore del quotidiano e cerca di spiegare del corso dell’esistenza i meccanismi di decomposizione. Una volta c’era la poesia d’impegno civile e di denuncia, che partiva dal dato concreto dell’esperienza reale per dare una lettura del sentimento del mondo. Questa poesia d’impegno quasi sempre era orientata politicamente e la sua lettura si rivelava miope e faziosa. Oggi è raro trovare, nella poesia contemporanea, esempi che si ispirano all’impegno civile, ma quando accade ci si accorge che il crollo delle ideologie ha cambiato le carte in tavola e la riflessione poetica che si dedica oggi ad una critica dell’esistente muove i suoi passi non dall’impegno politico ma da considerazioni morali, filosofiche ed etiche. È il caso di un libro davvero interessante, Ultimatum (Edizioni del Leone). L’autrice è Maria Grazia Nigi, poetessa senese, che nella sua raccolta affronta il tempo in cui vive attraverso una lettura riflessiva dei fatti del quotidiano che tiene conto dei motivi speculari, per individuare le cause e la conoscenza della decadenza progressiva del nostro Pianeta (Mi sento circuita / avvelenata, / dalla stupidità del Mondo; L’Uomo da quando è nato / si sbottona… sempre / ma non si spoglia mai / completamente / della sua innata cattiveria; E’ un desiderio mio /arcano / andare a spasso per il Pianeta / con una margherita in mano / che rappresenta il Mondo. / Sfoglio la margherita: / buono cattivo buono / sempre cattivo il Mondo. / Rimane solo il gambo / lunghissima ferita). Maria Grazia Nigi individua nella natura umana i problemi angosciosi che sconvolgono il mondo intero: dalla guerra alla minaccia della pace, alla difficoltà dei rapporti interpersonali, all’incapacità di amare. È sempre l’uomo l’artefice della distruzione, colui che uccide tutto quello che ama. “Noi distruggiamo tutto. / Anche le piccole, radiose /cellule / della nostra vita / pulsanti luminosi che ci parlano”. Scrive così Maria Grazia Nigi nella lirica intitolata Dall’inceneritore umano e offre in maniera diretta e trasparente la lucida analisi della realtà di questo Ultimatum di cui siamo tutti ostaggi e che mette in serio pericolo la nostra sopravvivenza nell’Universo. “Dominante, in Ultimatum – scrive Paolo Ruffilli nella prefazione – è la componente angosciosa; quella, appunto, che deriva da una lucida analisi della realtà, dalla conoscenza e dalla consapevolezza del suo degrado, di una progressiva alienazione che si è impadronita degli uomini”. Nella poesia del pensiero che legge le inquietudini del nostro tempo si avverte tutto il disagio dell’uomo contemporaneo dilaniato e frantumato nella coscienza, nell’anima e nel cuore, incapace di riannodare i fili della sua interiorità perché vittima consapevole della sua stessa cattiveria che finisce per generare disordine e caos. Così, nel mondo minacciato dai bagliori di guerra, l’uomo, misero burattino di un Teatrino Instabile, sopravvive senza mostrare mai la forza di trovare una risposta fondamentale alla domanda epocale della Ragione e della Morale: perché tutto questo male. Ultimatum di Maria Grazia Nigi è un libro da leggere per non dimenticare mai chi siamo.