Umberto Segato
TERRA DI NESSUNO
Sul telo bianco ove ogni ricordo appare
I Vecchi Tempi con suoni, colori e stridenti rumori
Tendono alla fine. Dalla Casa degli Specchi,
Dal Tunnel dell’Amore, già siam fuori
In un giorno senza luce,
In un silenzio senza guida,
In un futuro senza sfida.
Il grande Imbonitore non illude più nessuno.
Sonagli di capre osannano la sua voce
Alla conquista di un trono ormai vuoto
Come un pendulo d’eunuco scroto.
Corrono treni, aerei, automobili
razzi nei cieli, satelliti nel vuoto.
A che scopo?
Il pellegrino, appeso al bordone un sacco,
Mencio come il seno grinzo d’una vecchia,
S’allontana senza fretta.