ALMANACCO  DEI POETI E DELLA POESIA CONTEMPORANEA

ALMANACCO  DEI POETI E DELLA POESIA CONTEMPORANEA

E siamo arrivati al numero dieci dell’Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea  (Raffaelli Editore, 2024). Dieci numeri in dodici anni! È stata un’avventura straordinaria: circa tremila pagine di poesia contemporanea per vedere e leggere quello che stanno scrivendo i poeti della nostra generazione, in casa nostra e in giro per il mondo. Avevo promesso, nel 2012 a Milano, dieci numeri fra sguardi scettici… ed eccomi invece giunto alla fine dell’impegno con soddisfazione. Questo sarà l’ultimo numero del mio Almanacco. Ho qui voluto da subito sentire un parere sull’Europa e sulla poesia europea dall’amico Davide Brullo e n’è venuto fuori un primo capitolo degno dell’aspettativa. Sapevo che chiedere a lui avrebbe significato ottenere qualcosa di originale e di non scontato. Così è stato. Per niente facile è stato anche decidere a quali poeti, fra i tanti che stimo, chiedere di quello che stanno scrivendo. Sono molti nel mondo e ci sarebbe materiale per almeno altri dieci numeri… Ma questi che qui presento nell’Almanacco (Gian Ruggero Manzoni, Michelle Rincón, Paolo Ruffilli, Andrea Temporelli, Marisa Trejo, Patrizia Riscica, Horacio Benavides, Magda Cârneci, Giselle Lucía Navarro, Daniela Giorgetti, José Ramón Ripoll) hanno tutti caratteristiche vicine alla meraviglia e non potevo non condividere con voi lettori l’emozione che ho provato nel conoscerli. Nel capitolo che da qualche anno si è voluto dedicare a una rilettura, questa volta ho scelto di proporre ben due raccolte poetiche uscite nel 1955: “Rimanenze” di Camillo Sbarbaro, un poeta che non credo sia abbastanza frequentato, e “Paura di Dio” di Alda Merini, che mi ha consentito di ricordare qui l’amico Vanni Scheiwiller che lo pubblicò per la prima volta. Non ho poi voluto trascurare, col Quaderno dedicato alla poesia regionale, la mia regione di nascita: le Marche. Le Marche, in realtà non fanno grande rumore, quasi mai sono nell’occhio del ciclone, ma poeticamente parlando rappresentano un faro per niente trascurabile, un nome per tutti, e per tutto il mondo, è quello di Giacomo Leopardi che continuo a pensare come contemporaneo. Sorvolando sui molti che ammiro e che ancora da lì lasceranno il segno, ho voluto qui presentare solo quei tre che oggi sventolano più in alto la bandiera della poesia marchigiana: Umberto Piersanti, Eugenio de Signoribus e Gianni D’Elia. L’Almanacco termina, come sempre, offrendo la possibilità di saperne un po’ di più di quello che avviene oltre il nostro continente e ho chiesto al mitico Emilio Coco di farci leggere anche in italiano quello che alcuni poeti messicani stanno scrivendo in lingue indigene precolombiane, un assaggio quindi della poesia che si produce ancora oggi in quell’affascinante realtà del centroamerica. Grazie a coloro che ci hanno seguito in tutti questi anni: ai curatori dei quaderni, ai numerosi poeti, spesso presenti con inediti, ai traduttori e a tutti quei lettori che prenotando la loro copia in anticipo ci hanno consentito di arrivare al traguardo.

Walter Raffaelli

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