LA POESIA DELLA SETTIMANA: RENATO MINORE

Renato Minore
È UN SOGNO, LO SO
È un sogno, lo so, però qualcuno
minaccia la mia fronte, vuol sparare
se non incendio la piazza di pupazzi
di creta in forma di uomini,
un cerino gentilmente offerto
come unica via di salvezza.
Ma uomini non sono, sono amori
timori, tremori, odio da Neanderthal,
cose non dette, che non si possono
mai dire, anche ripicche da cortile
il mio è davvero più lungo del tuo,
genocidi che non cessano mai.
I poeti sono ciarlieri, anche megalomani,
parlano al mondo in attesa di risposta
sognano l’inaudito come favola.
Ma Putin con il ghigno da giaguaro,
il puma Zelens’kyj e la volpe Netanyahu,
Hamas la tigre, la faina Li Qiang,
il grassoccio ducetto nordcoreano,
il petomane Biden, Trump il pachiderma
portano in piazza la metamorfosi
della creta in uomini infuocati,
con mortali saette virtuali.
Alzano serpenti nerastri di vapori,
erano bambini nel cortile.
Ognuno ha la bella pistola
puntata sulla sua tempia, nessuno (?)
con un gesto anche lieve della mano
può (?) deviare il colpo decisivo
e spedirlo nell’infinita cloaca
delle onde-particelle dove la morte
non è meno temibile, inevitabile,
ma almeno più ci appartiene.
Eppure la pistola (era un sogno)
la sento sempre sulla fronte.

1 commento su “LA POESIA DELLA SETTIMANA: RENATO MINORE”

  1. federica taddei

    Quella pistola puntata la sentiamo un pò tutti,il poeta ne dice come tra sogno e realtà ( non sarebbe poeta altrimenti) . Conoscendo la poesia di Minore e lui medesimo,e la sua pensosità interiore sempre discreta,trovo qui, giustamente,un esser “uscito” dalla sua compostezza vrile, perchè contro la guerra bisogna battersi anche a mani nude,anche alzando la voce. Quinadi,se qui bisogna dare un parere,è positivo

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