INTERVISTA A GIANCARLO BARONI
Giancarlo Baroni, Come lucciole nel buio. Dieci riflessioni sulla vita e sulla letteratura (puntoacapo editrice).
Ci parli della sua pubblicazione?
Il libro comprende, come dice il sottotitolo, dieci riflessioni sulla vita e sulla letteratura. È diviso in due sezioni, la prima è intitolata Un cannocchiale nel buio e la seconda Una incerta beatitudine. Ogni sezione è composta da dieci saggi. Li elenco: Un senso arriverà; Il cannocchiale puntato sul buio; L’enigma della chiarezza; Post tenebras spero lucem; La menzogna di Ulisse; La faticosa necessità della scrittura; La beatitudine incerta dei poeti; Realtà / Poesia; Classicisti, realisti ed ermetici nella poesia in lingua italiana del Novecento (Tracce, ipotesi e indizi); Sui romanzi di idee. La prefazione intitolata Il piacere dell’analogia è del critico Elio Grasso.
Pensa che sia necessaria o utile nel panorama letterario attuale e perché?
Come lucciole nel buio nasce da un lungo lavoro di riscritture e approfondimenti, di ripensamenti e rifiniture, di scavo e di lima. In una intervista Beppe Fenoglio confidava: «La più facile delle mie pagine esce spensierata da una decina di penosi rifacimenti»; mi identifico in queste parole. Il mio libro si confronta in maniera comprensibile ed essenziale con temi complessi e universali: l’esistenza e il suo contrario, la conoscenza e il mistero, chiarezza e oscurità, verità e menzogna, realtà e poesia, vita e scrittura… È un testo da leggere e consultare senza fretta. Numerosi gli artisti, gli scrittori e soprattutto i poeti con i quali dialogo e che mi donano spunti, stimoli, frasi memorabili.
Quando e in che modo è scoccata la scintilla che l’ha spinto a impegnarsi in questa opera? In altri termini qual è la sua genesi?
Nel 2023 ho compiuto 70 anni; nella Nota che chiude il libro ironicamente ho scritto: « Cari lettori qui trovate buona parte di quello che ho imparato. È poco a settant’anni? Un proverbio dice “piuttosto che niente è meglio”.
La copertina. Chi, come, quando e perché?
In copertina un particolare del dipinto di Cezanne Le mele e le pere. La trovo elegante. Bravo l’editore che l’ha scelta.
Come ha trovato l’editore?
Nel 2020 ho pubblicato, sempre con “puntoacapo”, una raccolta di versi intitolata I nomi delle cose; con l’editore mi sono trovato bene, ho continuato il rapporto.
A quale pubblico pensa sia rivolta la pubblicazione?
Adopero un linguaggio il più possibile nitido, levigato, trasparente, chiaro; spero che queste caratteristiche rendano il libro gradevole e comprensibile.
In che modo sta promuovendo il suo libro?
Lo propongo prevalentemente a riviste, siti letterari, blog, a persone e critici che credo possano essere interessati.
Qual è il passo della sua pubblicazione che ritiene più riuscito o a cui è più legato e perché?
Scelgo un brano che spiega il significato del titolo e l’essenza del libro: Ci sono dei momenti, degli istanti in cui proviamo la sensazione di essere vicini alla verità: una intuizione come un lampo, una visione magica di qualcosa di più profondo e di più nascosto. Come i bagliori delle lucciole rimandano a una luce primigenia da cui sembrano originare, così le nostre illuminazioni passeggere sembrano per un attimo collegarsi a una verità più ampia e universale. Cerchiamo di afferrare quelle intuizioni e trattenerle, ma di solito riottose sbiadiscono come al risveglio certi sogni che durante la notte ci erano apparsi incredibilmente nitidi.
Che aspettative ha in riferimento a quest’opera?
Sarei contento se venisse letta e apprezzata nelle scuole.
Una domanda che farebbe a se stesso su questo suo lavoro e che a nessuno è venuto in mente di farle?
Questo mio libro saprà illuminare un angolo di buio?
Quali sono i suoi progetti letterari futuri? Ha già in lavorazione una nuova opera e di che tratta? Può anticiparci qualcosa?
Qualche mese dopo Come lucciole nel buio. Dieci riflessioni sulla vita e sulla letteratura ho pubblicato, ancora con “puntoacapo”, un breve testo (neppure 50 pagine) intitolato A occhi aperti sogno di essere un castoro. Alcune cose che posso dire di me (2020-2022). Se si trattasse non di un libro ma di un 45 giri direi che le “lucciole” costituiscono la facciata A e i “castori” quella B dello stesso disco. Facciate separate ma complementari: da un lato la mia parte prevalentemente meditativa legata al pensiero, dall’altra quella principalmente emotiva legata all’esistenza. Due parti alla ricerca di una precaria completezza.