L’INTEGRITÀ DEL MONDO DI MARIATERESA GIANI
In un’era segnata sempre più dall’eccesso di materia, che mediante i dispositivi tecnologici inizia a controllare anche le relazioni, quanto può essere significativo l’attrito di una voce nel coro e la dissonanza dell’invisibile e del sacro? Nei versi di Mariateresa Giani brulica un microcosmo di energia universale e spiritualità dove anche la materia da bene concreto si fa origine, corpo terrestre nel quale penetrare. Nel suo ultimo libro, L’integrità del mondo (Associazione Culturale Contatti, collana Rubedo), la Giani sposta lo sguardo dall’inorganicità del regno minerale alla sua atomicità spingendosi fino a superare il concetto di energia e a trattare la materia in modo animistico. L’anima spenta del regno minerale è superata, l’autrice trova il filo rosso di fuoco e di sangue che orienta l’universo dai sepolcri di polveri agli altari di luce. E come in un nido costruito a mezz’aria da un uccello moderno, i versi attingono e intrecciano elementi di vario genere, frammenti di visibile e invisibile si installano in una struttura composita originale. È quindi facile trovare in una sola poesia la solidità della madre terra, l’energia di un vulcano, l’ingenuità della gemma, una piuma. Il regno di sopra e quello di sotto si uniscono e ogni fenomeno fisico ha una sua ragione superiore. Luce, ombra, infinito, sguardo, parola, mare, le stagioni, la divinità. Tutto contiene l’intima fibra del mondo, in perfetto equilibrio gli opposti si alternano, l’ombra genera la sua luce, i versi si susseguono in un crescendo di tensione. La parola dell’autrice è guidata da una vista interiore che lei stessa definisce segreta luce di bellezza/che il Custode del mondo racchiuse/in ogni cosa; e, dentro la chiocciola/recondita dell’orecchio ottuso, /coglie l’udito profondo. La poesia sfiora la mistica saggiando l’ineffabile. Un’abbondanza audace di versi e di temi avulsa dal contesto della poesia contemporanea, una scrittura in cui tutto è analizzato al microscopio, tutto accade al rallentatore come se l’autrice avesse una percezione allargata del reale, un tempo dell’interiorità e uno della mente. La sua parola divide l’universo in una bolla eterea di mondi concreati dall’anima, assimila nel sangue i regni della terra.