IL LIBRO POSTUMO DI GABRIELE GALLONI

IL LIBRO POSTUMO DI GABRIELE GALLONI

Gabriele Galloni, La luna sulle case popolari  (ChiPiùNeArt Edizioni). Tra il 2011 e il 2014, vale a dire in un arco di  vita che va dai sedici ai diciannove anni, Gabriele Galloni ha pubblicato sui siti di scrittura ben quatrocentosessantanove testi. Si tratta di una produzione varia, oltre che ampia, che si fa frenetica tra il 2012 e il 2013. Bozze di romanzi, racconti, liriche, dichiarazioni di poetica che preparano la prepotente fioritura del suo talento e testimoniano un fervore creativo sostenuto, già in quel precoce manifestarsi, da una seria ricerca culturale, artistica e stilistica. Chi, come la sottoscritta, si è avventurato nel mare ribollente di questa prima, acerba e tenera stagione letteraria, vi ha trovato, oltre ai chiari indizi di una predestinazione all’arte, i temi, i miti, le ossessioni che hanno caratterizzato la produzione che tutti abbiamo apprezzato.  Come muoversi, quindi, quale strada percorrere per realizzare un libro postumo fortemente voluto da quanti hanno amato il giovane poeta?  Due erano le opzioni a nostro avviso possibili. La prima, improntata a rigore critico, che mirasse a ricostruire la genesi e l’evoluzione di un talento e della sua mitologia personale attraverso l’attento esame intertestuale, il confronto puntuale tra testi coevi e successivi.  La seconda, da noi preferita perché più nelle nostre corde, che operasse una scelta sulla base di una tematica, di un clima emotivo e esistenziale, di una ambientazione.  Così, rinunciando a qualsiasi ambizione di esaustività, abbiamo selezionato testi narrativi e poetici dedicati ai luoghi cari a Gabriele, quelli in cui ha vissuto le prime esperienze e sui quali, per primi, ha posato il suo sguardo curioso, attento e insieme straniante. Le immagini di Via Ventimiglia, del Trullo, di Ponte Galeria, di Monte Cucco e del mare di Fiumicino in lontananza possono ben testimoniare, a nostro avviso, un modo di rappresentare e di risignificare il mondo che è già letteratura, è già arte.

Adele Costanzo

Nota della curatrice

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