IN RICORDO DI DANIELE DEL GIUDICE

IN RICORDO DI DANIELE DEL GIUDICE

“È veramente una perdita enorme”, come ha detto il ministro della Cultura Dario Franceschini a margine della visita del presidente Mattarella alla Biennale di architettura di Venezia. Ne ‘Lo stadio di Wimbledon’ che torna in libreria per Einaudi a novembre 2021, Daniele Del Giudice raccontava la storia di un incontro impossibile: quello tra un giovane scrittore senza nome e l’intellettuale triestino Bobi Bazlen, morto da anni, che non ha lasciato nulla di scritto. Una figura inafferrabile, misteriosa, alla quale anche Roberto Calasso, morto il 29 luglio 2021, ha dedicato ‘Bobi’. Ma in fondo come suggeriva Calvino chi sia quest’uomo e da cosa fosse mosso non è poi tanto importante. A contare davvero sono le domande e le inquietudini che attraversano il libro, e la dialettica tra letteratura e vita che va in scena appena sotto la superficie delle frasi. E’ meglio raccontare o esistere? Su questo territorio si è spinto Daniele Del Giudice, che ha indagato con lucidità il mistero e l’irraggiungibile. Colpito dall’Alzheimer troppo presto, con il quale ha fatto i conti per tanti anni, Del Giudice, al quale nel 2014 era stato concesso un assegno straordinario del vitalizio Legge Bacchelli, ci ha lasciato a pochi giorni dalla consegna del Premio Campiello alla Carriera 2021, sabato 4 settembre a Venezia. “Del Giudice ha saputo frequentare la leggerezza – intesa nel senso che proprio Calvino attribuiva a questo temine – facendola incontrare con la profondità di un viaggio permanente, mosso dal dubbio e dalla curiosità” come ha sottolineato nell’annunciarlo, lo scorso 27 luglio, Walter Veltroni, presidente della Giuria dei Letterati del Campiello. E il Premio, spiega Veltroni “di fronte alla devastante notizia della sua scomparsa, resta tale. Non è e non sarà un premio alla memoria ma un riconoscimento attuale per le storie e le parole che nei suoi testi ha scelto, per la loro qualità e per le emozioni che ha offerto ai suoi lettori. Daniele da tempo era stato inghiottito dal buio di una malattia cattiva ma il suo lavoro parla ogni giorno e ogni giorno regala agli altri pensieri, dubbi, bellezza. Per questo Venezia, la città che lo ha adottato, lo onora come merita. Per questo il Campiello lo ricorda con grande affetto e riconoscenza”. Per due volte, nel 1994 e nel 1997, Del Giudice è stato selezionato per il Premio Campiello. Nato a Roma l’11 luglio 1949, Del Giudice si era spostato a Milano e poi definitivamente a Venezia, città che amava e dove è stato il promotore del laboratorio permanente e progetto culturale ‘Fondamenta’ del cui comitato scientifico hanno fatto parte José Saramago, Claudio Magris e Predrag Matvejević . Giornalista e critico, pilota dilettante, appassionato di volo e di viaggi, nel 1990 aveva fatto una lunga escursione in Antartide da cui è nato un Taccuino australe, agli esordi ha lavorato a ‘Paese Sera’ come giornalista e critico. La sua infanzia non è stata felice, il padre svizzero è morto quando era bambino ma fece in tempo a regalargli una macchina per scrivere. Del Giudice ha passato molti anni in collegio e non ha terminato gli studi universitari. Dopo il folgorante esordio narrativo, nel suo secondo libro, ‘Atlante occidentale’, uscito nel 1985, ha raccontato l’amicizia tra il fisico Pietro Brahe e l’anziano scrittore Ira Epstein, accomunati dalla passione per il volo e dal sentire entrambi in maniera acuta il problema dell’impossibilita’ di vivere realmente una realtà come quella che andiamo ad affrontare in questi anni. Sono dedicati al volo anche i racconti di ‘Staccando l’ombra da terra’ con cui vinse il Premio Bagutta. Da uno dei racconti “Unreported inbound Palermo” sono stati tratti l’omonimo spettacolo teatrale di Marco Paolini, con musiche di Giovanna Marini, e il dramma musicale di Alessandro Melchiorre. Tra gli altri suoi libri e raccolte di racconti, tutti pubblicati da Einaudi, ‘Nel museo di Reims’ , ‘Mania’, ‘Orizzonte mobile’ e ‘I-Tigi. Canto per Ustica’, testo di uno spettacolo teatrale scritto con Marco Paolini, andato in scena nel 2000, nel ventennale della strage. Nel 2002 gli è stato assegnato il premio Feltrinelli – Accademia dei Lincei per il complesso della sua opera narrativa. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti anche il Premio Viareggio Opera Prima nel 1983, il Premio Giovanni Comisso nel 1985, il Premio Bergamo nel 1986. Raffinato saggista, oltre che narratore, Del Giudice è anche autore, fra l’altro, dell’introduzione alle Opere complete di Primo Levi (1997 e 2016). I suoi scritti sono stati raccolti nei due volumi ‘In questa luce’ , di saggi e scritti autobiografici, e ne ‘I racconti’ del 2016.

Ansa

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