‘IL PANE PERDUTO’ DI EDITH BRUCK

‘IL PANE PERDUTO’ DI EDITH BRUCK

Il pane perduto di Edith Bruck (La nave di Teseo) è la storia di una piccola ebrea di uno sperduto villaggio ungherese che viene deportata dai nazisti con la famiglia ad Auschwitz, dove muoiono la madre, il padre e il fratellino Jonas. Lei sopravvive tredicenne alle privazioni, alla fame, alle malattie, insieme alla sorella Judit, che le fa da madre. È una storia autobiografica che racconta la lunga odissea della protagonista che, dopo il crollo del mito della Terra Promessa, che era stato il sogno di sua madre, e la delusione per  la fredda accoglienza degli altri fratelli e per un infelice affrettato matrimonio, va incontro a una serie di peregrinazioni. Lasciato Israele, si trasferisce in Grecia al seguito di una compagnia di ballo, contrae un secondo matrimonio che le lascia in eredità solo il cognome e poi, dopo una permanenza a Zurigo, arriva in Italia, prima a Napoli e poi a Roma. E in Italia comincia la sua nuova vita, scegliendo l’italiano come lingua in cui scrivere e realizzare il suo sogno di scrittrice, e incontrando l’uomo che diventa suo marito, il poeta Nelo Risi, del quale sono i versi che aprono il libro in un mirabile ritratto dell’autrice e della sua vita orfana: “La storia / quella vera / che nessuno studia  / che oggi ai più dà soltanto fastidio / (che addusse lutti infiniti) / d’un sol colpo ti privò dell’infanzia”.

Il libro, in sei capitoli densi e rastremati, è una testimonianza di grande drammaticità donata con il coraggio e la delicatezza di superare il proprio trauma perché non vada perduto nella smemoratezza della vita futura l’orrore di una tragedia come la Shoah. Con una limpidezza illuminante che attraversa poeticamente tutte le pagine, il libro si conclude sul limitare della domanda senza risposta con una lettera a Dio, “il più grande mistero” e “il grande silenzio”. E’ l’adulta restata bambina che si interroga sull’enigma del Male e che si risponde senza rispondersi: “pietà sì, verso chiunque, odio mai”.

Paolo Ruffilli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto