PER RICORDARE ARBASINO
Ho riletto recentemente Super-Eliogabalo di Alberto Arbasino (Adelphi), vero arabesco intessuto di prosa e poesia: racconto, memoriale, pièce teatrale, poema, immagine grafica. È un mosaico poliedrico, caleidoscopico, che ci riporta davanti agli occhi e nella mente molteplici aspetti/gesti/pensieri/eventi nella vita del giovane imperatore romano, reso attuale e contemporaneo in una grande performance letteraria “contro ogni oppressione e repressione”. L’ho riletto con interesse, come già mi era successo con Fratelli d’Italia e con L’Anonimo lombardo. L’interesse e il piacere sono maggiori rispetto al ricordo di quando li avevo letti alla loro uscita. In ogni caso, e ci tengo a sottolinearlo, mi pare evidente la qualità e la tenuta della scrittura di Arbasino nel panorama non solo (o non tanto) italiano. La ricchezza, la stratificazione, la dinamica, la vitalità dei libri di Arbasino sono straordinarie. È una vera avventura, insieme esoterica e più in generale culturale, l’attraversamento di questi “scrigni” di parole: scatole sonore, regni del noto e dell’ignoto, zone boreali ed eldoradi. Credo, oltre tutto, che si debba essere grati come lettori ad Arbasino per tali opportunità che sono, se non uniche, comunque non comuni, sempre più rare nel nostro panorama letterario.