LA PESTE
Antologia di poesie sul coronavirus – Prima parte
Franca Alaimo, Pierluigi Ambrosini, Lucianna Argentino, Giancarlo Baroni, Raffaella Bettiol, Franco Buffoni, Corrado Calabrò, Anna Maria Carpi, Carmelo Consoli, Fabio Dainotti, Francesco Dalessandro, Renzia D’Incà, Annamaria Ferramosca, Zairo Ferrante, Lucia Gaddo, Gianfranco Jacobellis, Renato Minore, Maria Grazia Nigi, Paolo Ottaviani, Paola Parolin, Nicola Romano, Andrea Rompianesi, Pierangela Rossi, Paolo Ruffilli, Irene Santori, Evaristo Seghetta, Antonio Spagnuolo, Claudia Manuela Turco, Stefano Vitale, Stefano Zangheri
SUPERMERCATO di Franca Alaimo La mascherina sul viso, io senza labbra e sorriso, gli occhi cancellati dalle lenti verde-cetriolo degli occhiali da sole. Potrei essere un'altra, una storia concepita per un altrove. D'improvviso la poesia mi acciuffa per i capelli, scrivo un verso sul bordo dello scontrino, il cuore scintilla e ritorno a galla. COME BIRILLO di Pierluigi Ambrosini Come birillo del bowling alto, solenne, impettito eppure basta un soffio di vento e piomba a terra. Una seconda schiera sostituisce i caduti come soldati al fronte: inutile e vana mossa per ora solo si muore anche di covid COSA CHIEDERE di Lucianna Argentino Cosa chiedere alla vita, a queste ore scandagliate a mani perse, a cuore scardinato? Adesso che si sceglie – al posto di chi? o di cosa? – tra chi lasciare andare e chi tenere qui. Adesso che l’attesa pioggia è arrivata ma non ristora l’asciutto della terra. Non chiedere, dunque rispondere con quanto in ogni silenzio è respiro – una preghiera o un canto che di pietà sorride. DAI RAMI CONTINUANO A SBOCCIARE di Giancarlo Baroni Quanta vita ruba il maledetto e quanta gioia graffia via dalla pelle dai muri delle case. Ha sparso un maleficio di sospetti fra i fiori che vorremmo regalare, sopra le mani amiche. Dai rami le foglie continuano a sbocciare. VUOTE STAZIONI di Raffaella Bettiol Sale la febbre in vuote stazioni il timore incide il disinganno su spenti cartelloni fotografie d’ un mondo che già era, non da risposte la giostra d’una vita, un inquieto cammino ghiaccia il sole sui volti. Tracima l’inverno silenziosamente in insolubile vicenda spegne l‘ultima voce di chi un ultimo sudore vive in fredde corsie. MENTRE DA ROMA CERCAVO di Franco Buffoni Mentre da Roma cercavo sul Corriere le notizie sul contagio a Gallarate, l’occhio mi è caduto sul servizio con le foto da Marte. Trentaquattro istantanee inviate da Curiosity, il rover della Nasa che da otto anni vaga sul pianeta. Il Sole da Marte in un tramonto blu, Mount Sharp e il cratere di Gale, I sedimenti d’un antico fiume, rocce meteoriti e dune… E poi ad un tratto quel pallino chiaro - The Earth - la Terra vista dal cortile del vicino con le fidejussioni i rogiti i contratti, le zone rosse ed arancioni le bare bianche senza estreme unzioni. MANCA QUALCOSA di Corrado Calabrò C'è in certi giorni - in questi giorni c'è - come un fruscio di fondo che persiste oltre le voci e gli occhi dei presenti ed una dolenzia intermittente mi fa sentire che qualcuno manca. MA CHE VUOLE DA NOI di Anna Maria Carpi Ma che vuole da noi la bella sfera rosa-rosso-arancio? Rotola, balza, salta e forse parla dai suoi picciuoli vivi, e dice: su, giocate, sono un frutto gustoso. Vita meravigliosa ma solo quando - non lo sapete? - la mettete in gioco, fate che io vi prenda e come me andrete nell'aldilà cui nessuno più crede. NAPOLI, OSPEDALE DEL MARE, 20/12/2020 di Carmelo Consoli Risalgo lunghe file d’auto tre ore, quattro per un tampone. In fondo, alte come fossero un cielo grigio di appestati senza respiro, le terapie intensive, le sale della morte. Taglio una guerra silente colma di untori tristi per le strade, spauracchi mascherati e asintomatici, negozi chiusi, silenzi, assenze che solo l’aria e il mare festeggiano. Chi sfida la morte sorseggia piano ai tavolini dei bar l’aperitivo immaginandosi onnipotente. CAMPANE AL TEMPO DEL COVID di Fabio Dainotti Le campane si sentono distinta- mente, in questo silenzio innaturale, piovere da lontano lentamente. Qualche passante frettoloso, rado, fa risuonare il passo sul selciato. IL FIORE di Francesco Dalessandro In un vaso di terra e sangue dolore e ignoranza sei nato, imprevisto inatteso, nei giorni vigoroso abbiamo visto fiorire il tuo male la tua bellezza è caduca e silenziosa ma il tuo male si dirama e scorre in noi come tevere del tempo spore di vetro nei favi del respiro tutto è ignoto di te tutto è chiaro tu sei la bellezza caduca e misteriosa fiore infausto della nostra sorte spina amorosa o pungolo di morte L’AMORE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS di Renzia D’Incà Fa effetto trovarti in farmacia io e te insieme parcheggiati io e te insieme non ancora infettati dunque tu eri, anche di spalle anche dopo un po' di tempo noi in tramaglie amareggiati poi entrasti tu per primo e subito ne uscisti: eri tu! oh mio cuore mio principe divino era in Farmacia sull’argine d’Arno 9 Marzo 2020 il Lunedì del Dagli all’Untore 2020 DI BUIO E PASSWORD di Annamaria Ferramosca attesa ormai soltanto amara attesa intanto dare un nome al prossimo tornado al prossimo virus rinchiudersi in casa ad ascoltare dati norme statistiche formulazioni entropiche per un futuro d'ombra preferisco battere ancora la fronte sui muri sulle miopi porte sprangate al domani svestirmi del superfluo come i nativi della giungla parlare le loro lingue dei fiumi dai codici leggeri password del vero per abitare il mondo CHIUSI DENTRO di Zairo Ferrante Chiusi dentro, adesso ritorno di tempi sbiaditi fragile nicchia, carta velina; l'involucro del progresso troppo osannato dall'uomo e che oggi si piega "lockato" sotto i colpi del cosmo. Aria filtrata s'espande riempie le curve e gli spazi con respiri di futura speranza. STREMATE ORBITE di Lucia Gaddo Pentacoli di consuetudini magnifiche, spazi e voli precipitano nel vortice dell’impossibile. Ammorbano i venti, spazzano confini si alzano muri. Una libertà di cavalli galoppa in cuore spezzano redini e tracce. Affiora dal fango, va al nero vita distante e gelata. Salvezze brevi di sogni lontano. IL TEATRO DELL’ANIMA di Gianfranco Jacobellis Non metterti a pensare a quello che adesso ti è negato qualcosa può tornare dal passato e non è un'illusione è il teatro dell'anima in rappresentazione CON DANTE NEI GIORNI DELLA PANDEMIA di Renato Minore Reset-spegni-riaccendi. Ma non è così, caro Dante, system error, il visus impazza, (ci consoli) lo giudicio de la gente piena d'errore, sbagliando s’impara. Ma lo sbaglio è questo stupore, la rabbia,l’impotenza, il dolore la paura ch’uscia di sua vista è l’occhio bieco di chi ti fugge, è il cielo infinito che vola di balcone in balcone. IL BUIO DEGLI UOMINI di Maria Grazia Nigi Dopo ogni giornata buia Che ci accompagna Salire innumerevoli scalini E non vedere nulla... Poi scendere innumerevoli scalini E non capire nulla! Al centro di una confusa Pandemia La Salvezza O La Vergogna QUESTE PLACIDE NUVOLE di Paolo Ottaviani Queste placide nuvole che vagano nei pacifici azzurri del mio cuore lentamente traghettano il dolore tra gli oscuri riverberi che allagano il verde della terra e ne dismagano il volto pallido ora che un madore freddo ricopre il mondo. È il furore calmo dei morti per virus che dragano il letto di ogni fiume per donare l’estrema tenerezza a questa terra e al cielo prima che l’ultima luce si dilegui. Ristanno in controluce e in pianto, come effuse da una acerra, queste nubi ormai stanche di vagare. UNA VITA IN AVANTI di Paola Parolin dal monte è sceso l'orso il bosco ha allargato il suo respiro aria ed acqua si espandono ripulite una vita in avanti quanto l'uomo indietreggia sulle spalle dolorose dei suoi morti tempo di eccezione tempo di attesa per coniugare necessità e grazia NIENTE COME PRIMA di Nicola Romano Se penso come prima a un certo punto impatto contro le paratie d'un tempo ingrato se schemi nuovi vanno a capeggiare i piani della mente Qui la strada di sempre è ormai iattura (resteranno distanti i nostri sguardi) e - come mai accaduto - scontiamo colpe per una poesia che toglie il tempo ad una preghiera SUL TAVOLO OCCHIEGGIA di Andrea Rompianesi sul tavolo occhieggia poggiata la mascherina bavaglio una tovaglia saccente infissa e quadrata pone confine al dolce della casa IL RUMORE DEL VENTO di Pierangela Rossi Sento il rumore del vento del virus del polline. Entro in profondità nelle anse e nel timore. Là dove si annuncia un'Apocalisse privata. DI QUANTA MORTE di Paolo Ruffilli Dal buio largo del tempo dilagato prima dell’uomo è esplosa in varietà di forme ordini e specie, e di lì in poi ha continuato senza posa per le sue molte facce della stessa via e nel variare degli aspetti in mezzo al ritornare di eventi distruttivi calamità, contagi, epidemie, senza contare infine l’eccezione di stragi e ammazzerie… il conto quotidiano ci lascia più interdetti nell’atto di capire di quanta morte necessita la vita per fiorire. LA MIA PESTE di Irene Santori Quando il colera arrivò da Odessa, quell’anno in cui nascevo io il porto di Napoli lo fece entrare. Da allora un’acqua sciapa è la mia idea di immunità. Notte nera - uomo bianco - legno policromo - Roma vuota è la mia idea di processione. Antiparallela come gli acidi in catena del nostro DNA. Notte bianca - superluna, mi si allungano i capelli - proteine nei carrelli e una sconosciuta marca di biscotti per la spesa sospesa. Giravano molecole di voce, ma nessuno finì la frase LOCKDOWN di Evaristo Seghetta Si cerca affetto come i gatti, vorremmo strusciarci e fare le fusa, necessità di sopravvivenza. Ma in assenza del prossimo, in questa separazione imposta e decretata dalla goffa semantica del colore, affonda nel grigio del silenzio la giornata senza luce, senza più sole INGIUSTIFICATA SANA EUFORIA di Valeria Serofilli Siamo ancora qui a camminare sotto un cielo distratto un po’ matto, carico di virus a contare i buchi alla crostata, i merli alle torri per una salvezza pleonastica a togliere capelli di plastica/ in pettini da bambola ma sempre mano nella mano Ancora qui a scrivere a quattro mani una nuova, sana poesia a otto, a sedici, a mille /perché infinite sono le mani dei poeti CONTAGIO di Antonio Spagnuolo Strappo le ore, i minuti, anche i secondi nel gioco inaspettato del contagio. Fuggo l’ombra di amici, ingenuamente lontano dalle ingiurie che balzano al contatto, a squarciare il cervello già impaurito dal delirio di un avido sorriso, o il possesso di un sogno fuori angoscia. Ma è nostro destino rammendare le piaghe, e il brivido che corre tra le ciglia pietrificando il mio sguardo nell’attesa. DIETRO LA MASCHERINA di Claudia M. Turco Eutanasia benedetta, se per l’animale, condannata, se per gli umani. Ai tempi della pandemia, però, fu svelata l’ipocrisia: nemmeno l’uomo vale poi così tanto… Ci voleva il terrore di un virus cieco nel colpire per riuscire a far indossare la museruola a qualche arrogante… Il pericolo, dietro la mascherina: quella bocca, capace di mangiare zuppa di pipistrello cane o gatto, può uccidere con la parola. O con il silenzio. NEL CONTAGIO DEL TEMPO di Stefano Vitale Non agire, ritrarsi, esitare sulla soglia del buio evitare preghiere e lamenti e coltivare radici nell’aria nell’attesa che fiorisca il seme della nostra consistenza. SPAZIO VITALE di Stefano Zangheri poesia di quanto è immobile ascolti l’ombra di tanto è senso penetri illusioni di piacere il poco dell’eterno è inconscio