LE PROSE-POESIE DI TIZIANO ROSSI
Il volume che nel 2003 raccoglieva Tutte le poesie (1963-2000) di Tiziano Rossi (prefazione di Piero Cudini, Garzanti) sembrava fissare una volta per tutte il profilo di un poeta che si impone di volare rasoterra, di «strisciare giù basso», senza rinunciare tuttavia a intermittenti accensioni liriche. Solo tre anni più tardi, «Lo Specchio» di Mondadori pubblicava un volume di prose (poèmes en prose o brevi racconti lirici), Cronaca perduta, che – pur riprendendo motivi e soluzioni formali delle precedenti raccolte in versi – segnava un nuovo inizio, facendo di Rossi uno dei poeti maggiori del nuovo secolo. Proseguita a cadenze triennali (del 2009 è Faccende laterali, Garzanti), questa ricerca di un delicato equilibrio fra poesia e prosa, fra narrazione e lirica, ha trovato alla fine del 2012 nuovi esiti in Spigoli del sonno (Mursia 2012, collana «Argani»), dove si accentuano le note di una crudeltà grottesca, che sovverte, in uno scenario onirico e pseudo-autobiografico, l’apparente bonomia elegiaca del dettato. [E poi, di seguito, ancora brevissimi racconti in delicatissima prosa poetica: Qualcosa di strano-Raccontini (la Vita Felice, 2015) e Piccola orchestra-Antifavole e dicerie (prefazione di Stefano Raimondi, La Vita Felice, 2020)].