I CERCHI DI FRANCESCA LUZZIO
Francesca Luzzio ha pubblicato la silloge poetica Cerchi ascensionali (Il Convivio Editore). Il titolo Cerchi ascensionali di chiara memoria dantesca rimanda alla partizione interna dell’opera e al suo ritmo ascensionale in quattro cerchi, primo, secondo, terzo, quarto che segna l’approdo a Dio. In un tempo in cui il cielo appare vuoto di una presenza divina e le menti degli uomini sono rivolte interamente alla terra Francesca Luzzio compie un itinerario inverso, controcorrente. Dalla caducità all’eternità, dal divenire e dall’insoddisfazione esistenziale al senso compiuto dell’esistenza, all’estatico coinvolgimento….Guardo il cielo …tra nubi a strisce/fisso un sorridente raggio di sole. Il raggiungimento della rivelazione di Dio nel quarto cerchio non è abbandono della terrestrità, ma la sua collocazione in un giusto contesto in cui ogni cosa, sottratta al divenire, si rivela veramente per quello che è e per il ruolo che riveste nella vita dell’autrice. In questa prospettiva si collocano gli affetti familiari verso i genitori, il marito, la figlia, i nipoti, il sentimento dell’amicizia, la solidarietà ai sofferenti e ai deboli che all’inizio del percorso poetico –esistenziale stentavano ad assumere un senso, sono incapace/ di scoprire/ il senso di tanto soffrire, perché offuscati dal “male di vivere”, la forma che ogni giorno/ci costringiamo ad indossare, ma che nello sviluppo della silloge vengono portati a nuova vita e senso da l’afflato estatico / di eternità; perché Nel cerchio temporale/ felicità lambisce,/ ma non tocca mai. In questo contesto lirico quando l’autrice si chiede, in un ideale colloquio con Mario Luzi, La poesia è nel mondo ? emerge che la poesia è dubbio, ricerca, crisi e insoddisfazione etica, ma anche “necessaria” notazione di armonie e stridori della vita e del suo trascorrere, percepiti con trasporto sentimentale batte solo il cuore che vive / l’attesa, odierna e futura e voglia di volare in libertà. Perciò saldo appare il rapporto fra esperienza e invenzione. Le parole di Francesca Luzzio scorrono piane e chiare nel lessico e nella sintassi lungo l’arduo percorso ascensionale. La concentrazione della scrittura sugli aspetti intimi della vita, sul silenzio della storia privata, sul dono della fede sono gli elementi chiave dell’identità letteraria di Francesca Luzzio che l’inscrivono nella linea poetica del secondo novecento italiano che privilegia una lirica non astratta in cui figure e situazioni sono esiti di un percorso di proliferazione interiore già individuato sul piano formale ed esistenziale da Mario Luzi, nella sua produzione poetica successiva alla stagione ermetica.