BEVILACQUA POETA ORIGINALE

BEVILACQUA POETA ORIGINALE

In rapporto diretto con Giorgio Caproni, che gli riconobbe acutamente «lucida intelligenza» e «umana pietà», Alberto Bevilacqua l’autore dell’Indignazione dialogava da vicino con i registi che nutrivano più da vicino il suo immaginario filmico (Jean-Luc Godard e Stanley Kubrick, Roberto Rossellini e Miklós Jancsó) riconducendoli al tema incombente (poi autentico Leitmotiv della sua poesia) di una madre sulla soglia della follia, e tessendo i suoi versi nell’ordito di una trama apparentemente casuale rispetto al reale e nel grande deposito di una memoria collettiva non meno che individuale. In tutti i campi nei quali esercitò la sua creatività, Bevilacqua fu sempre uno scrittore e un regista, oltre che un poeta originale, intriso di echi culturali e di omaggi alla grande tradizione dell’espressività occidentale: echi il più delle volte mimetizzati da una carnalità quasi istintiva dei suoi ‘modi di dire’ e da un’autenticità psicologica, sensoriale (ai limiti del sensitivo, per l’appunto) e vitale di marca spiccatamente popolare. A ciò soccorse anche un rilevantissimo istinto musicale: la capacità ritmico-prosodica del Bevilacqua poeta, nel momento in cui giunse a maturazione compiuta (per poi non interrompersi più fino alla morte), prendeva le mosse da una notevole varietà d’intonazione, ottenuta attraverso un’alternanza ben calibrata di versi brevi e versi lunghi, per conseguire un effetto di polifonia interna, modulata fra abbandono emotivo e tensione ragionativa, talvolta addirittura sentenziosa. Nella raccolta La crudeltà (con la quale Bevilacqua consolidò il suo passaggio da Rizzoli a Garzanti, inaugurato l’anno prima con il denso romanzo Umana avventura, Milano 1974), trovarono spazio anche poesie di argomento cristologico, con riferimento diretto al Cristo ‘umano troppo umano’ scolpito a Parma nella Deposizione dalla croce di Benedetto Antelami: poesie che provocarono difficoltà con le autorità vaticane, poi sopite grazie agli incontri diretti che Bevilacqua ebbe con papa Paolo VI. Il libro fu caratterizzato da un insistito lavoro di scavo, teso a dar voce a una serie di contrasti e di opposizioni mai risolte attraverso la dialettica tradizionale, bensì lasciate aperte, come ferite personali e politiche non rimarginabili, incluso il problema di una corresponsabilità divina nella storia.

Dizionario Treccani

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