GASTRONOMIA IN VERSI
Maria Pellegrini nel suo Antica gara tra un cuoco e un fornaio (Ladolfi Editore) con grande competenza e magistrale bravura di traduzione ci offre un repertorio gastronomico dalla letteratura greca e latina, scegliendo per la titolazione il poemetto dell’Anthologia Latina “Iudicium coci et pistoris iudice Vulcano” (un testo bizzarro, che consta di 99 esametri, di epoca oscillante fra il II e il V secolo d.C., la cui composizione è rivendicata in prima persona da un fantomatico Vespa). Si tratta di un piacevole, divertente excursus che in forma prevalentemente poetica comprende i moralisti greci e latini critici nei confronti dell’eccesso di ricercatezza dei cibi a tavola, i compilatori di ricettari con i piatti tipici delle diverse regioni, i cronisti di grandi banchetti e di allegre baldorie di crapuloni. E parte decisamente coinvolgente della lettura è la parodia dei poemi omerici e del repertorio dei grandi tragici e dei commediografi e storici. Come scrive Marco Beck nella prefazione al volume: “Maria Pellegrini dispone all’interno di questo suo fragrante volume due lunghe tavolate virtuali, l’una riservata alle specialità culinarie più o meno esotiche tramandate da autori greci, l’altra contrassegnata dai cibi (di volta in volta semplici, rustici e salubri o, al contrario, sovrabbondanti, cervellotici e nocivi) caratteristici della cucina e del gusto romani”. Con affabile puntualità l’autrice approfondisce e commenta ogni singolo testo trasformando l’intero libro, filologicamente inappuntabile, in un lungo racconto pieno di curiosità e di spunti.