RICORDANDO LA SPAZIANI
Maria Luisa Spaziani è nata nel 1924 a Torino. Poetessa tra le più significative del panorama nazionale ed europeo, nonché storica della letteratura francese, ha vissuto a Messina, Milano e Parigi prima di stabilirsi a Roma dove ha svolto un’intensa attività pubblicistica. A diciannove anni ha fondato e diretto la rivista «Il dado», su cui non ha però mai scritto: tra i collaboratori figuravano
Vasco Pratolini, Sandro Penna, Vincenzo Ciaffi. Poco prima di morire, Virginia Woolf le ha inviato un capitolo del romanzo Le onde con una dedica autografa: «Alla piccola direttrice». È in quegli anni che la Spaziani ha conosciuto anche Leonardo Sinisgalli, presenza importante nella sua formazione letteraria, ed Ezra Pound. Nel 1949 ha incontrato, al Teatro Carignano di Torino, Eugenio Montale; dopo che lei ha trovato lavoro in una ditta anglo-cinese a Milano, dove anche Montale si era da poco trasferito, i due cominciano a frequentarsi e ne nasce un sodalizio intellettuale e affettivo. Laureatasi in Lingue con una tesi su Proust, nel 1953 ha inaugurato con una borsa di studio una serie di soggiorni a Parigi, che sempre rimarrà una stella polare nella sua vita e nel suo immaginario. Mitica figura ispiratrice della poesia montaliana (la Volpe), la Spaziani è anche autrice di teatro, scrittrice di aforismi, prose d’invenzione e racconti (Aforismi, Donne in poesia, La freccia), ha al suo attivo un poemetto in ottave di rilievo su Giovanna d’Arco, pubblicato nel 1990. La sua stagione poetica ha avuto inizio nel 1954 con Le acque del Sabato, raccolta pubblicata da Mondadori nella prestigiosa collana Lo Specchio. Nel 1956, in seguito al tracollo economico del padre, ha insegnato lingua francese in un collegio di Torino; il contatto con gli adolescenti e la serenità dell’esperienza traspaiono nella raccolta Luna lombarda del 1959, poi confluita nel volume Utilità della memoria del 1966. Sempre a quel periodo e a quei luoghi ha dedicato la poesia Suite per A. con cui ha vinto nel 1958 il Premio Lerici. Nello stesso anno, dopo un lunghissimo fidanzamento, si è sposata con con Elémire Zolla, studioso della tradizione mistica ed esoterica. Ma nel 1960 il matrimonio si è sciolto. Chiamata a insegnare lingua e letteratura francese all’Università di Messina, vi è rimasta quasi trent’anni durante i quali ha tradotto dal francese Racine, Flaubert, Toulet, André Gide, Marguerite Yourcenar, Marceline Desbordes Valmore e curato volumi sul Teatro francese del Settecento e Ottocento. Ha firmato diversi racconti e lavori teatrali (La vedova Goldoni, La ninfa e il suo re, Monologo di Yvette, Trittico) e opere di critica Letteraria. Nel corso dei suoi viaggi in Francia e negli Stati Uniti ha avuto modo di conoscere personaggi come Thomas Eliot, Jean-Paul Sartre. Buona parte dei versi della raccolta L’occhio del ciclone, del 1970, è ispirato all’esperienza vissuta in Sicilia, ai suoi paesaggi e al mare. Ne sono seguite altre più diaristiche come Transito con catene, nel 1977, e Geometria del disordine nel 1981, che si è aggiudicato il Premio Viareggio per la poesia. Nel 1978 la Spaziani ha fondato con Mario Luzi e Giorgio Caproni il Movimento Poesia, che alla morte di Montale è diventato Centro Internazionale Eugenio Montale e Premio Montale. Nel 1979 è un’autrice ormai affermata, di cui Mondadori pubblica un’antologia negli Oscar. Nel 2005 ha fondato con Massimo Nardi e Napoleone Bartùli la Universitas Montaliana, di cui è stata la Presidente. Ha ottenuto numerosi e prestigiosi premi; l’ultimo riconoscimento importante è stato il Premio Dino Campana nel 2009, con la raccolta di versi L’Incrocio delle Mediane (2008). Ha fondato la Cattedra di Poesia; ha collaborato con il Corriere della Sera e il mensile internazionale Poesia dell’Editore Crocetti. Nel giugno del 2012 è uscita la pubblicazione di un volume dei Meridiani di Mondadori che raccoglie tutte le sue poesie, con un illuminante saggio introduttivo di Paolo Lagazzi e un’ampia ed attendibile cronologia curata da Giancarlo Pontiggia. Viveva a Roma; la città di Torino compare pochissimo nella sua poesia, e più presenti sono invece i paesaggi tra il Piemonte e la Liguria, e le campagne dell’astigiano dove ha vissuto gli anni dello sfollamento.