BIAGIOLI: AMORE E IDENTITÀ
Adua Biagioli Spadi con L’alba dei papaveri (La vita felice), sua opera prima, ha compiuto un percorso di riflessione sul proprio vissuto, raggiungendo la non semplice meta di comprendere il significato profondo di ciò che è stato il suo passato ed è il suo presente. Siamo di fronte a una raccolta di poesie senza sezioni, senza una pausa, una corsa in libertà senza “riprendere fiato” che l’autrice ha voluto compiere nel suo Io. L’opera prende il titolo da una poesia della silloge e catapulta immediatamente il lettore nella concezione che l’autrice ha del vivere: L’alba dei papaveri, il giorno che nasce come simbolo della vita che si rinnova continuamente e i papaveri come simbolo della bellezza della spontaneità. Frutto di un lavoro durato dal 2007 al 2014, la raccolta è nata da un’esigenza di “parlarsi” e successivamente di parlare, da un dialogo prima con se stessa e successivamente con l’altro, da una ricerca prima di valutazione e poi di condivisione su temi nei quali viene data al lettore la possibilità di riconoscersi, di individuare percorsi analoghi. Poesie d’amore e identità è il sotto titolo indicante due fulcri fondamentali su cui poggia lo sviluppo dei testi: l’amore con tutti i suoi volti, l’identità con la ricerca dei vari aspetti dell’Io relazionato al mondo. I sentimenti, gli stati d’animo, gli interrogativi, le certezze e i dubbi dell’autrice sono divenuti spinta per riflettere, valutare, capire. Gioia e dolore si susseguono nel vivere l’amore, come realtà che portano a questo o che di questo sono conseguenza e la poetessa porta avanti valutazione e ricerca di verità, con la consapevolezza della sconfitta e la luce della scelta di equilibrio. L’amore oscilla, non per volontà del singolo ma per legge universale, da potenza vitale, da sogno, da progetto, a dubbio, a delusione, a dolore, tutti volti di questa grande forza che è una delle realtà più importanti della vita. La vita è concepita come un’avventura magica, preziosa, unica, nella quale il mistero è stupore, la speranza è sostegno vitale: «Sogno di meravigliarmi/ di questa vita:/ cose piccole diventano grandi» afferma la poetessa. La vita è evoluzione e crescita, con il tempo che spesso fugge e che proprio per questo non deve essere sprecato, ma vissuto in pieno, anche con le contraddizioni che sono tipiche della natura umana. Questa crescita porta l’identità umana a formarsi, ad arricchirsi, a saper scegliere, a porsi continue domande, ad ammettere le proprie fragilità. Ripercorrere la propria vita, per capirne il significato e il senso più profondo, trova spinta e sostanza nel ricordo, inteso dall’autrice come esperienza da “rivivere” con un Io diverso, capace di giusta valutazione e di più pacata riflessione.è impossibile separare il nostro passato dal nostro presente ed è importante capire che per vivere a pieno il nostro oggi dobbiamo saper valutare il bene e il male del nostro ieri. Il ricordo è, così affrontato, analisi di se stessi, strumento per fare del nostro agire un’esperienza dalla quale trarre insegnamento. Indubbiamente è un percorso difficile, spesso scomodo, ma capace di aprire un rapporto più equilibrato con se stessi e con il mondo. In questi testi, il ricordo ha il volto, oltre che dell’amore, dell’amicizia, di affetti familiari, di luoghi, realtà diverse unite dal desiderio di comprendere il significato profondo di ciascuna per trarne un’esperienza costruttiva. Da tale valutazione emergono, inevitabilmente, errori, rimpianti, domande rimaste senza risposte, ma un senso di spiritualità, in un intreccio dal quale nasce un profondo senso di spiritualità sostiene la poetessa, accompagnandola nel comprendere che ciò è parte del vivere e della natura umana, affascinante e misteriosa anche per i suoi tanti “perché” non risolti o con risposte che il tempo non conferma. Tutta la raccolta è un percorso, ricco e mirato, che mette a nudo un’anima, quella dell’autrice ma, nel contempo, si fa specchio per il lettore che non mancherà di individuare la propria cifra di confronto. Altro elemento portante della poetica di Adua Biagioli Spadi è la Natura che diviene simbolo: il mare è il senso di infinito, la notte è il mistero, l’estate è la vita che si rinnova, la luna è una compagna. L’autrice è anche pittrice e lo si avverte nel suo delineare “quadri” con la parola, nel suo dar vita a questi attraverso colori, a loro volta, simbolo, come il rosso, passione e vita, come il giallo, solarità, come il nero, mistero. Un esempio di questo suo dipingere con le parole è la capacità di aver saputo racchiudere il senso della speranza in un semplice verso: «Punto giallo al centro del nero». Originale è, inoltre, la scelta linguistica con marcate oscillazioni dalla parola armonica alla parola di uso familiare, come “stiracchia”, fino alla parola “creata” con un suo senso per quel contesto emozionale, come “sprofumato” o “arrufolati”: questo non deve sorprendere perché è voluto per un preciso scopo: dare una voce particolare e una forza d’impatto a sentimenti, a sensazioni e a tutta un’interiorità vasta e complessa. Versi di musicalità e di vita, capaci di accompagnare il lettore nel cuore dell’esperienza esistenziale.