LA SUBLIMAZIONE IN FRANCESCA LUZZIO
Francesca Luzzio, Cerchi ascensionali (Il Convivio Editore). Come in un graduale processo di sublimazione, la vita, che sulla terra si è incarnata, facendosi quotidianità storia vicissitudini lavoro impegno e, quando attitudine e voce l’hanno consentito, canto, piano s’incammina verso la divina fonte da cui è sgorgata, la sua patria vera. Si muove in successivi ‘Cerchi ascensionali’, come narra Francesca Luzzio nell’omonima nuova raccolta di liriche, facendo il punto sul cammino percorso, tirando somme, riscoprendo sogni e progetti, riordinando ricordi e momenti preziosi nello spazio segreto di una memoria di cui lei sola è in grado di rimettere insieme trama e ordito. Gli anni sono volati e, con essi, è stata ‘la vita (stessa) ad andare via’. La poetessa ne prende atto, consapevole che, ‘ormai, non è più il tempo di programmare’; che è giunto il momento di liberare dalla polvere ‘oggetti, ninnoli e foto’ che ‘infieriscono nella mente’, ‘ricordano persone momenti/ che sono stati e/ non saranno più, / ricordano eventi/ che avrebbero potuto essere/ e… non sono stati…’ C’è una brezza lieve ad attraversarle l’anima: un refolo sottile che, nel mentre la inquieta, le alimenta i polmoni con aria pulita, indicandole un nuovo traguardo, più esaltante, certo, ma anche più impegnativo. Per raggiungerlo, l’anima deve innalzarsi, muoversi in cerchi concentrici tesi a dilatarsi, assecondando il ritmo dell’ascesa, assetati e, insieme, timorosi di fare ritorno nel mare quieto e ineffabile dell’oltre. Quella di Francesca Luzzio, artista da sempre impegnata a interrogarsi e a riflettere sul senso delle cose e sul ruolo del singolo nella Storia, continua a essere poesia dell’esistenza; viaggio nella ‘terra intossicata (che) a poco a poco muore’, per ‘fanatismi estremi’… Possono ancora i versi fare qualcosa contro ‘il terrore’? Non esiste una risposta idonea a fugare le ombre. ‘Farfalle impotenti’, i poeti, imperterriti, tenteranno ancora di spiccare il volo ‘dietro il vetro/di una finestra chiusa’; continueranno a intonare canti tra vita e morte, essere e nulla, speranza e timore, pur nella consapevolezza che, inesorabile, ‘la vecchia saracinesca/prepara il buio/della chiusura’… A dare fiato alla loro voce, incrollabile e testarda, resterà pur sempre la fede: ‘la porta dorata/ la luce infinita di eternità’… Versi intensi veri misurati belli… Francesca Luzzio può continuare a ‘spolverare’, a togliere ‘la polvere/ dell’inverno e dei pensieri’, in attesa della ‘domenica’, senza intristirsi. Ha le carte in regola. Per i poeti come lei, è sempre festa.