PARRINI FILOSOFO-POETA
In L’occasione e l’oblio (Stampa 2009, 2019), osservatore acutissimo del reale, di cui scorge tracce apparentemente minimali di senso (e di non senso, quanto meno a occhio umano), Giovanni Parrini è come un pensatore, un filosofo-poeta che passeggia tra le cose del mondo, cogliendo «l’umile commozione / che accosta sterpi e gigli, fango e nuvola.» Raffinato e moderatamente ironico, «tra il sorriso e la malinconia», ci racconta di esperienze agli occhi dei più invisibili, ma per fortuna registrate dalla sua mente senza alcuna mediazione ideologica. Frutto, insomma, di un corpo a corpo non violento, anche se non sempre amichevole, con i quotidiani documenti sparsi del nostro e del suo esserci nel tempo storico. Parrini è bene attento alle trasformazioni in atto, agli equivoci dell’epoca, che agiscono, quasi in sordina ma in modo decisivo, sulla sempre più labile tessitura del nostro anonimo sentire e scegliere. Ecco allora lo sguardo di Parrini, per fare un paio di esempi utili, sulla fauna da crociera o, di segno contrario, sul personaggio a margini del singolare capitolo Particolari in cronaca. Questo libro − vivo di un equilibrio linguistico e stilistico dove il verso tende a sciogliersi orizzontalmente nella prosa, libro che è rilevante opera di un poeta ancora «innamorato d’ogni naturale minuzia» – ha il pregio di un singolare percorso tra i dettagli, percepibili ai suoi sensi, del mondo e del confuso magma sociale, per arrivare poi a una lucida scelta di orizzonte e campo, nell’enunciata, piana e saggia spinta «a cambiare il trascendente in poche cose buone per stare qua». Insomma, Parrini è un poeta impeccabile nello stile, amante della vita nella sua complessa normalità e insieme critico verso le sue deviazioni.
Prefazione