POETI STRANIERI: ELDAR AKHADOV TRADOTTO DA PAOLO RUFFILLI
Eldar Akhadov è nato nel 1960 a Baku in Azerbaigian ma vive a Krasnoyarsk nella Russia siberiana centrale. La sua poesia è di ardua traducibilità perché usa un linguaggio particolarmente ambiguo, polisignificante, analogico, nello sforzo di dare espressione alle ondate visionarie che attraversano la mente. È una poesia iscritta profondamente nel cuore della natura e dei suoi cicli, sulla quale esercita una continua interferenza il pensiero, in una chiave filosofica che può ricordare le antiche teogonie aggiornate alle acquisizioni della ricerca scientifica di oggi, in particolare nelle prose poetiche. (La notizia biobibliografica continua in coda alle poesie)
Pioggia
La pioggia brilla. Il sole sta giocando.
Sfarfallio di gocce che danzano all’intorno.
Passa attraverso e rompe l’arcobaleno
La primavera che ha toccato l’occhio.
In lontananza si profila appena
La mia casa, bagnata da un turbine di lacrime…
E piove, si lamenta e piange
Nella verde foschia delle betulle.
Dove è volato l’angelo
Dove è volato l’angelo
E la creatura alata è salita in cielo
Ho guardato nell’abisso pieno di stelle
Ho guardato, pianto e pregato
Invocando fervidamente tutta la notte
Colui che è misericordioso e lucente
E tutti è in grado di aiutare…
Ho chiesto. E lui ha risposto…
Un’onda sorge all’alba
E le montagne si accendono nel cielo
E, con l’aria della vita,
Gli spazi eterni continuano a brillare.
Mattina di primavera
Quando le foreste si stagliano nell’aria,
Colpi e crepe trafiggono il cielo
Nella pallida nebbia, appaiono i contorni
E le voci della foresta si risvegliano
E sono previsti miracoli continui:
Delizia di rondini e lamento di torrenti!
In quel grigio, grigio, in quel fumo lilla
L’inizio della vita, una spiegazione per tutto.
Brilla un mondo intero, splendente e sveglio!
E verrà la notte e la attraverseremo ora per ora
Di nuovo vola nell’oscurità ingannevole
Dove i suoni sono spettrali, ma ogni odore squilla.
A. S. Pushkin
La sala era piena solo a metà
Insomma mezza vuota
Quando dal pavimento fino al soffitto
Sono state recitate a voce alta le poesie
Come flussi pieni di vita
Che avvolgevano senza bisogno di nuotare,
I versi di Pushkin brillavano nell’aria.
Poi ecco Thekla con il solenne suo discorso.
E di fianco, dietro una porta chiusa,
La musica rimbombava nel mattino
Soffici cuscini e piume
La folla ha subito applaudito
Gli strumenti stridevano
E il carnevale ha fatto un sorrisetto
Sotto il cielo dove è nato Pushkin
E che reclama misericordia per i suoi caduti.
La neve brilla mirabile
La neve brilla mirabile nell’aria
Il sentiero nitido scintilla.
La neve cade giù come una pagina
Per distendersi e per addormentarsi.
Il vento soffia polvere di neve
E si muove come sottilissimo serpente.
Sta insinuandosi nel pozzo
A purificarvi la mia acqua.
È lui nelle fessure della porta
Guizza via!
Dalle finestre buie la bufera fischia
Del puro desiderio la follia.
Sinceramente
Lungo tutto il corso della luna
Le onde dell’Egeo si muovono veloci
E sono agili gatti i miei pensieri
Divèrtiti allora e non dormire,
Montagne accarezzate da una brezza
Scuriscono nel vento che rinfresca…
Ma le cose cambieranno presto
Quando mi alzo domani nel mattino
Mi lavo, e poi mi vesto e parto
Per andare chissà quanto via lontano…
E i gatti staranno dal vicino:
Dagli ti prego da mangiare
e aspetta che arrivino le navi.
Caro mare
Il grande mare morto
Vino nato con il sale…
Gioia e dolore umani
Entrambi ho conosciuto
Confidando in altro
Secoli e secoli
Dal mare morto al mare della vita
Fino al fiume dell’umanità
Ognuno vede che è un miracolo
Quasi incomprensibile per noi
Dal nulla, dall’aria
– Orchestre, fiori, navi…
E le onde si espandono
In giro nello spazio
Saltando si fondono nell’unità
Il grande mare morto
Vino nato con il sale…
Un silenzio che non sa tacere
Il mio silenzio sta inchiodato
Al crecevia del vento
L’ho portato in paradiso
Lo senti o no cantare di disperazione
E tremare al crocevia del vento?
Scompare nel segreto
Dove nessuno può essere salvato
Ha una lunga strada, quasi infinita
Enorme come il cielo in cui sparire
È nel profondo della mia anima
Dove non si può vedere
Si nasconde, diventa un drago
Che si allarga all’intero spazio
E cerca di incontrarmi ancora
E mi chiama fuori casa
Per parlare in segreto insieme a me
Morte e vita
La morte è un cambiamento irreversibile della coscienza. È un lungo processo. La morte di una persona, ad eccezione dei casi di improvvisi effetti esterni meccanici o biologici (virus, malattie, omicidi, catastrofi, incidenti) non si verifica quando il suo corpo cessa di funzionare, ma dal momento in cui è la sua mente a cedere. E senza mente non c’è persona, c’è solo un organismo – una colonia di cellule. La vita umana inizia dal momento in cui il nuovo organismo, appena nato, comincia a conquistare e migliorare la sua coscienza, e continua a svilupparsi, fino a che non perde del tutto la coscienza che fino a quel momento aveva.
Tra
Tra Scilla e Cariddi, tra sinistra e destra, tra male e bene, che a ben guardare è anch’esso un po’ malvagio, soltanto in una forma più sofisticata: la voce si fa sotto, urla, pulsa, cerca di distinguere bene da bene, senza mai mollare. E tu le vai dietro al buio nella fragile barchetta della tua coscienza tra le coste sconosciute del passato e del futuro. Nel presente, che non è e non può essere…
Persone
Ci sono persone che fanno affari, qualunque cosa accada. E ci sono persone che non fanno affari, qualunque cosa accada. I primi meritano rispetto, e i secondi per tutta la vita fanno ricorso alla pietà e si lamentano delle circostanze infruttuose, ma per loro necessariamente ha esito negativo qualsiasi circostanza. Hanno comunque molto in commune tra di loro: sono tutte persone.
A proposito di domani
L’infinito “domani”: “vieni domani, lo farò domani, telefoneremo domani, ci vedremo domani, arriveremo domani…” non c’è numero o coscienza per questo “domani”. Bugie assolute. Non appena qualcuno inizia a promettermi qualcosa per “domani”, ecco: questa persona è morta già per me. Perché sta mentendo. “Domani” e “mai” sono la stessa cosa. Verificato dall’esperienza di tutta la mia vita. Tutto è fatto o “adesso” o… “torna domani”. E tornerai domani… e immediatamente ti spiegheranno volentieri che “domani” non è “oggi”. È SEMPRE domani.
(Traduzione dall’inglese di Paolo Ruffilli)
Membro dell’Unione degli Scrittori di Russia e della Società Geografica Russa, Eldar Akhadov è autore di sessanta libri tra poesia e prosa. Tra gli ultimi: “The Round-the-World Geography of Russian Poetry” (poesia e prosa), “Genesis” (poesia e prosa), “Good People” (prosa), “Non-accidental meetings” (memorie, prosa), “Following Columbus, Magellan and Marco Polo” (prosa e poesia), “The Book About You” (prosa), “Waiting for a miracle.” (poesia), “Cloud of Memories” (prosa), “Good word about the Far North” (prosa), “In seventeen languages” (poesie e prose tradotte in diciassette lingue), “Vibrations of Life” (saggi).
Molto profondo il messaggio poetico in queste poesie e prose tradotte con la mente e il cuore in modo egregio da Paolo Ruffilli. Le rileggerò quando il tempo sarà meno tiranno. Non dico domani. Dico oggi perché leggere poesia è per me respiro costante e ogni minuto è prezioso quando il cuore esige il miracolo della parola- Ed è sempre oggi quando leggerò domani, sempre oggi, ogni giorno che trascorrerò in sintonia di pensiero e meraviglia nello scorrere dei versi scritti da chi ha il dono della poesia.
Grazie.