IL SENSO DELLA VITA IN SANDRA EVANGELISTI

IL SENSO DELLA VITA IN SANDRA EVANGELISTI

Ne La dimora del tempo (Biblioteca dei Leoni) di Sandra Evangelisti si coglie fin dalle prime pagine “quella reciproca compenetrazione tra mondo umano e naturale” che Paolo Ruffilli segnala nella sua nota come uno dei tratti caratterizzanti la silloge. L’autrice infatti si sofferma in un dialogo intimo che interroga il senso della vita e il suo “tempo”, spesso interfacciandosi con la natura, il paesaggio che la circonda e che in qualche modo la protegge da un quotidiano che è insieme alienante e perverso. Memoria e presente si manifestano in un confronto serrato, che riflette sul senso della vita, a cercare di afferrarne l’ultimo fine, come “la notte che discende nella notte”. “Nella consueta valle del tempo/ c’è una risposta” : recita così un verso di Sandra Evangelisti, teso ancora da affermare un incanto che supera l’argine umano, e che sceglie di stupire e stupirsi ancora, affrancando nella propria ricerca l’inadeguatezza nei confronti di un mistero eterno e sfuggente quale quello della vita. L’incanto e la grazia sono degli elementi ricorrenti nell’opera dell’autrice. La stessa modulazione dei testi, brevi e serrati senza perdere una innata, raffinata delicatezza, propone un raccoglimento quasi mistico, dove la ricerca non può mai smettere di compiersi dentro il proprio io, pena un eterno rimpianto come se fosse una tela che, invecchiata e senza più sogni, non è più possibile rammendare. L’osservazione e la compenetrazione nel mondo “oltrepassa la soglia del tempo”, e permette di superare l’atavico conflitto tra anima (a cui appartiene un alito di infinito) e corpo (di per sé caduco, soggetto al tempo irreversibile che noi tutti conosciamo nella nostra esperienza sensibile). “(..) ma quanti nomi ha l’infinito?/ Tanti e nessuno/ appare all’improvviso/ e poi scompare”: in questo apparire e scomparire si condensa proprio quel concetto di tempo prezioso e finalmente partecipe delle cose umane, da sgranare come un rosario di istanti nella propria vita, per assolvere quel significato di infinito che assume senso solo in attimi vissuti pienamente, in qualche modo resi immortali dalla volontà. Il libro di Sandra Evangelisti è un invito a percorrere con coraggio la propria esistenza, e a non resistere più al suo flusso, lasciandosi finalmente andare, e vivere: “lasciati andare/ al moto perpetuo/ degli astri/all’incessante divenire/ degli stati d’animo/ inspiegabili,/alla vita così ingiusta/ e imperfetta./ E accogli la sua straordinaria/rinascente musica.”

Elisa Davoglio

Literary.it

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