GLI OTTANT’ANNI DI LUCIO ZINNA
Il 27 di questo febbraio ha compiuto ottant’anni lo scrittore Lucio Zinna. Notevole figura di intellettuale, poeta e saggista, nato a Mazara del Vallo, da sempre è stato considerato palermitano d’adozione, essendosi trasferito nella nostra città da ragazzo e quivi avendo sempre operato nel campo della promozione culturale e specificamente nel dibattito letterario, divenendone protagonista di primo piano. Promotore di gruppi e di riviste, tra le quali la prestigiosa Arenaria ancora oggi funzionante, attento osservatore delle vicende che hanno caratterizzato i fervidi anni pre e post contestazione, a lui si devono molti puntuali saggi sulle personalità che hanno fatto la storia della Sicilia colta. E pure sua, tra gli scritti narrativi, è la straordinaria indagine sul naufragio di Ippolito Nievo, pubblicata nel 1980 a mo’ di romanzo, col titolo Come un sogno incredibile, significando anche una certa revisione dell’equivoco mondo risorgimentale. Ma ancor più importante è il discorso critico che può suggerire la sua poesia, prodotta con varie tappe, dagli anni ’50 ad oggi, con vari titoli, tra i quali alcuni ci tornano memorabili: Il filobus dei giorni, Sagana, Abbandonare Troia, La casarca, Poesie a mezz’aria. È una poesia che muove da profondo senso di consapevolezza della condizione umana, destinata all’oscura causalità degli eventi e dell’essere stesso; ne deriva una filosofia che non esclude l’impatto col reale nei suoi aspetti anche minimi, ma suggerisce la saggia reazione dell’avvertimento e dell’ironia e quindi della difesa del proprio isolamento in cui si consuma l’obbligo quotidiano del vivere. Ma di questa poesia non deve sfuggire soprattutto l’accattivante originalità formale, cioè il linguaggio fortemente comunicativo, pur nella sua rara ed efficace commistione di sperimentalismo e realismo. Poesia quindi di non comune spessore. …