IL RITORNO
Non riesco ad abituarmi
a non vederti più, a non sentirti:
è forse la condanna per chi resta?Se avessi potuto raccogliere
nel cavo della mano la tua voce,
avrei almeno un’eco del respiro…La tua aurora ancora scrive: è il fiato
d’una parola che rimane, il segno
della tua presenza indecifrabile.Oggi due moto per le vie di Roma
(la stessa marca, stessa cilindrata):
ho chiamato, ma hanno accelerato.Se ripercorro quella litoranea
o sollevo la sabbia di Lavinio,
tra le dita riaffiora il tuo profilo.La filigrana del viso
torna a emergere dal vuoto,
come a un’estrema lente di follia…
Bella l’immagine che trasmette la tua poesia.
Ho letto solo ora molte delle tue poesie, una vera scoperta per me, una sensibilità d’altri tempi.