RICORDO DI ILDE ARCELLI

RICORDO DI ILDE ARCELLI

Di Ilde Arcelli si può dire che ha mantenuto fede, in un’epoca in cui è facilissimo perderla, a quei fondamentali canoni eterni di poesia che si chiamano chiarezza di linguaggio, calda partecipazione umana, profonda specularità delle cose della vita e del mondo, magia dei simboli, colore, ritmo e fantasia. Tutti elementi che ne caratterizzano la raffinata sensibilità e che risultano ricapitolati nella raccolta Ogni esilio, pubblicata nel 1999 da Archinto con una convinta prefazione di Gianni D’Elia. E c’è una misura partecipativa, nella poesia di Ilde Arcelli, un proiettarsi sempre oltre la barriera della propria vicenda e della propria storia, in una sorta di interrogativo aperto, che è la prospettiva del futuro o, se si vuole, la scommessa con la vita. Dentro questa misura, si dispone tutta la fitta trama dei percorsi interiori, dei rapporti interpersonali, degli incontri e delle relazioni, delle riverberazioni dall’universo della natura e della cultura. E, non a caso, Ilde Arcelli era stata l’inventrice del “Merendacolo” a Perugia, occasione di incontri con i poeti a casa sua per la merenda del pomeriggio e di presentazioni pubbliche nel Palazzo dei Priori. Cosa che faceva di lei un’attenta lettrice e promotrice della poesia degli altri, oltre che autentica e profondissima poetessa in proprio.

Paolo Ruffilli

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