L’ULTIMA PAGINA
È morta prima d’essere
la storia che avrei scritto.
Sbircio l’ultima pagina:
bianca, ma in controluce
ha già solchi tracciati,
e la penna mi cade.
Stesi le mani a un fuoco
che fa battere i denti;
meglio allora l’aperto,
scaldarsi nella corsa,
gridando “Ancora grazie”
correre ciecamente
all’abbraccio del vuoto.