SUSANNA PIANO IN ‘MATERNALIA’
Due voci, Brunella Pelizza e Susanna Piano, in Maternalia (Nino Aragno Editore) si sono unite per dire la pluralità di ciò che è singolare come la maternità, uno stato che è “viscerale profondo primordiale“, che si avvale dell’istinto, ma che ha bisogno di un continuo ed individuale apprendistato. Oggi che per molte donne la maternità è scelta consapevole più che costrizione, suona a festa la gioia e la sorpresa per “il dono di dare la vita“, per il “miracolo del latte materno!” come testimoniano le due autrici Brunella Pelizza e Susanna Piano, stupefatte per la “vocazione inaspettata” che le ha investite con la gravidanza e le ha ispirate ad unire le loro esperienze. Due madri si dicono e dicono in versi il desiderio e l’attesa, la nascita e la crescita dei figli e la propria. Entrambe ricercano il senso di qualcosa che è entrato nella loro vita in modo misterioso e stupefacente, come in un “aprile azzurro di sole /di vita che esce dall’orcio“, oppure da dentro ad un “baccello“. Scorrendo l’indice si scopre quale sia l’autrice delle poesie Brunella Pelizza o Susanna Piano che, pagina dopo pagina, si alternano anonime per cantare temi comuni, come l’attesa, che si manifesta per l’una come “una tempesta di rose” nel ventre; l’altra dedica alcune terzine alla “Seconda vita che è dentro” di lei. Entrambe dicono il “grido” del parto, quel “dolore desiderato” che rima con “amore appena nato”. Sono poesie di rivelazione anche del proprio io che, attraverso l’altro, bimbo o bimba, conosce se stesso. E rivelazione del mondo che attende di essere scoperto nuovamente, non solo da ogni nuova “persona” che irrompe alla vita, ma anche da ogni madre che vede nuovamente natura e cose attraverso gli occhi di chi le guarda per la prima volta. In canti d’amore e di gioia, si scopre l’emozione per la reciprocità dei primi sorrisi e la bellezza della cura: “la mia mano per te è la salvezza“. L’amore materno si nutre e cresce anche sulle difficoltà e sulle sfide che attraversa. Felicità ma anche responsabilità e fatica, la “stanchezza meravigliata” nella quale si addormenta una madre sfinita, e la dichiarazione dell’altra, di essere “esausta per sempre”. Alla scoperta delle difficoltà si unisce la capacità e il coraggio di ammettere “la totale impotenza e lo sbaglio inevitabile“, i momenti di ribellione, di insicurezza, i sensi di colpa: “come farai a perdonare i miei torti“. E versi di provocazione, con la consapevolezza dei pericoli che incombono. Una madre ammette che “tutto il resto è cronaca nera“. L’altra, conoscendo dalla storia “il pianto delle madri“, si impegna a “costruire un uomo come un pellegrinaggio“, educare il figlio in modo che la sua vita abbia una meta. Un libro per tutti, questo, con poesie che ci ricordano di essere grati a chi ci ha fatto nascere perché, forse, anche noi siamo stati un “privilegio speciale” per qualcuno.